Venerdì, 13 Marzo 2015 | Scritto da: didattica

GERUSALEMME, GERUSALEMME:  DALLA SHOAH ALLE ORIGINI  DELLA PALESTINA ATTUALEATTRAVERSO I LIBRI DI VITTORIO DAN SEGRE E DI LAPIERRE-COLLINS

19^ INCONTRO POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘14/’15

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Da anni, pressoché quotidianamente, sentiamo parlare della situazione del Medio Oriente e non sempre è facile districarsi e comprendere all’ interno di situazioni che affondano le loro radici in tempi molto lontani. Spesso i libri possono essere uno strumento utile per comprendere il mondo nel quale viviamo. Alessandro Cerrato, relatore dell’incontro “Gerusalemme, Gerusalemme” che si tenuto venerdì 20 marzo 2015 presso il Castello di Cisterna, è partito proprio da due

libri “Storia di un ebreo fortunato” di Vittorio Dan Segre e “Gerusalemme! Gerusalemme!” di Dominique Lapierre e Larry Collins per provare a raccontare una storia che sembra lontana ma che, in realtà, è anche la nostra. La serata, inserita nel calendario delle Manifestazioni per il 70 esimo Anniversario della Liberazione e della Battaglia di Cisterna e S. Stefano Roero, è stata organizzata dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese (I.C. di San Damiano d’Asti), dal Museo Arti e Mestieri in collaborazione con l’ Israt e l’Associazione Franco Casetta di Canale.

Vittorio Dan Segre, nasce a Rivoli da una ricchissima famiglia di banchieri di origine sefardita stanziatasi, in un primo momento, nell’Italia del Sud e poi in Piemonte grazie ai diritti garantiti agli ebrei dallo Statuto Albertino. Intorno al 1870, la famiglia acquista il Castello di Govone e si lega saldamente a questo luogo e ai suoi abitanti. Allo scoppio della guerra, proprio il padre Arturo e lo zio Guido si distinguono perché accesi interventisti. Infatti, come la maggioranza degli ebrei italiani, si sentono e fanno parte a tutti gli effetti dello Stato in cui vivono. La religione che professano non li discrimina e non li ghettizza in alcun modo. Al termine della guerra, diventano sostenitori del fascismo, come molti altri ebrei del tempo, convinti che la forte tempra di Mussolini, saprà dare slancio e lustro alla nazione. Nelle pagine di “Storia di un ebreo fortunato”, Segre tratteggia efficacemente la dissoluzione della borghesia ebraica che non sarà in grado di cogliere le prime avvisaglie del pericolo incombente. Il fascismo si appoggia, è un credo che non tradirà gli italiani. Per quale motivo dovrebbero averne timore gli ebrei che sono italiani come e più di tutti gli altri?

Purtroppo la storia andrà diversamente. Lo zio Guido, ricchissimo industriale, osa sostenere il Vescovo di Trieste che critica l’invasione della Slovenia e, per questo, viene estromesso dalla vita politica e civile. Nonostante gli appelli al Duce, che conosce personalmente, successivamente è costretto a fuggire e chiedere asilo in Vaticano (vi morirà di disperazione pochi giorni prima della fine del conflitto). Intanto, nel 1938,  vengono emanate le Leggi razziali e, pco tempo dopo, Vittorio - senza conoscere nulla della Palestina - decide di imbarcarsi e di lasciare l’Italia. Su queste terre, nel corso di decenni, sono giunti dall’ Europa i coloni ebraici che, comprando terreni sassosi e aridi dai pastori arabi, hanno cominciato a coltivarli rendendoli fertili. Sulla nave che lo conduce in Palestina, una donna avvisa Vittorio che riuscirà a sopravvivere solo se si ricorderà che la cosa importante è la forza del gruppo. Proprio così andranno le cose: si stabilirà e lavorerà in un kibbutz, una sorta di piccolo stato autosufficiente dove tutto è in comune e le decisioni vengono assunte dalla collettività. Successivamente, allo scoppio della guerra, diventerà speaker di una radio e, proprio attraverso questo mezzo, collaborerà con gli anglo-americani per preparazione dello sbarco in Sicilia.

In seguito, si arruolerà nella Brigata Ebraica e tornerà in Italia con gli angloamericani con il ruolo di paracadutista. Intanto la sua famiglia in Piemonte riesce a salvarsi grazie all’aiuto di molte persone, soprattutto di Michelina Saracco e delle Suore dell’ Ospedale psichiatrico di Racconigi. Michelina Saracco avvisa i Segre dell’ imminente arresto e consente loro di fuggire. Inizialmente, nella sua casa di Govone, ospiterà la madre, la sorella e la nonna di Vittorio. Poi, la sig.ra Saracco - che possiede una ditta di trasporti - aiuterà le due donne più giovani, con l’aiuto dei suoi autisti, a nascondersi a Racconigi. La nonna verrà nascosta in soffitta per diversi mesi nonostante avvengano due rastrellamenti in quel periodo. Il padre Arturo, invece, si inventerà il mestiere di ambulante e, fino alla Liberazione, andrà di cascina in cascina riuscendo a non farsi mai arrestare. Al termine della guerra mondiale, Vittorio continuerà a combattere fino alla creazione dello Stato di Israele. Infatti, fino a quel momento, la Palestina era soggetta al controllo inglese. A causa dei continui conflitti con gli arabi, nel 1939 la Gran Bretagna aveva pubblicato il Libro Bianco che stabiliva che non sarebbe stato più possibile per gli arabi vendere terre agli ebrei. Inoltre la popolazione ebraica non doveva superare un terzo quella araba. Ovviamente il termine del conflitto mondiale, e neppure questa norma, avevano condotto ad un processo di pace. Tanto che si era arrivati ad  una risoluzione dell’Onu che stabiliva la suddivisione dei territori tra ebrei ed arabi. I primi accettarono questa proposta mentre gli altri si opposero tentando di ricacciare gli ebrei con tutti i mezzi. Il 14 maggio 1948 nacque ufficialmente lo Stato di Israele – costituito nelle intenzioni sia per gli ebrei che per i palestinesi - ma tutto ciò non contribuì a diminuire i combattimenti, piccoli e grandi che, con vicende alterne, si sono susseguiti fino ad oggi. “Gerusalemme! Gerusalemme!” di Dominique Lapierre e Larry Collins, è un romanzo storico che parte proprio dalla nascita di questo nuovo Stato. Lo scopo degli autori non è, però, solo quello di parlare di guerra ma delle sue conseguenze sulle persone che le vivono. Palestinesi e israeliani coinvolti da quasi settant’anni in un vortice di sangue che, molto probabilmente, potrà placarsi attraverso le armi della diplomazia. Una storia lunga che pare la continuazione del secondo conflitto mondiale e, andando molto più indietro, ha origini antichissime. Sicuramente, oggi più che mai, l’attenzione del mondo è rivolta a questa parte del mondo perché, come detto all’inizio, si ha la consapevolezza che non sia una pagina di una storia estranea ma un grande capitolo che, quasi in ogni riga, ci vede coinvolti e reclama l’attenzione non solo dei politici ma da parte di tutte le persone di buona volontà.

Giovanna Cravanzola


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