Mercoledì, 20 Gennaio 2010 | Scritto da: didattica

OLTRE LA CENERE

Quarto incontro del Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese della Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti per l’a.s. ‘09/’10

27 gennaio 2010, Giornata della Memoria, Biblioteca Comunale di Canale d’Alba. Nicoletta Fasano, Monica Dogliani, Primarosa Pia: riflessione, storia, emozione fuse magicamente in una serata al femminile che ha dato modo di parlare da una prospettiva diversa di questa ricorrenza. L’occasione è stata promossa dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – che vede la Direzione Didattica di S. Damiano come capofila – in collaborazione con l‘Associazione “Franco Casetta” e la Biblioteca Comunale di Canale d’Alba.

A quasi un decennio dalla sua istituzione, quale senso dare oggi alla Giornata della Memoria? Con questo interrogativo la dott.ssa Nicoletta Fasano dell’ Istituto Storico della Resistenza di Asti ha dato inizio alla serata dedicata alla presentazione del libro “Oltre la cenere” (Paoletti D’Isidori Capponi Editori) di Monica Dogliani e Andrea Ronchetti.

La risposta alla domanda iniziale non né semplice né scontata e neppure univoca. Purtroppo il parlare di Auschwitz, di campi di concentramento e di sterminio si svuota di significato e diventa un momento di pura retorica se non è accompagnato da una conoscenza storica sul periodo. Spesso, invece, ci si ferma all’ identificazione emotiva con le vittime che, se è accompagnata dalla difficoltà di mettere in relazione, problematizzare e collegare avvenimenti che sembrano scollegati tra loro, non permette di comprendere davvero e di non banalizzare quanto è accaduto. Se poi tutto ciò è unito alla difficoltà di ricordare del mondo post-moderno, appare paradossale aver dedicato una giornata alla memoria in una società priva di memoria. Ma per fare memoria occorre fare i conti con la storia.

Lo sterminio, Auschwitz… sono il punto di arrivo di un pensiero non solo tedesco ma europeo tra fine ‘800 e inizio del ‘900. Memoria, ricordo… in alcune situazioni la Giornata della Memoria diventa un modo per pacificare le coscienze, per calare, in fondo, un velo (im)pietoso su questo periodo terribile della storia assegnando il ruolo dei cattivi ad altri. Visione, in fondo, rassicurante che ha quasi la funzione di allontanare da sé percezioni negative, nella speranza che non possano più ripetersi simili situazioni perché il mondo è ormai diverso ed i cattivi di allora non ci fanno più paura, proprio come l’uomo nero di quando eravamo bambini.

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La domanda, adesso, è un’altra: cosa è sfuggito? Il nazismo non è il punto di partenza ma di arrivo di un clima dichiaratamente e apertamente razzista non solo in Germania ma in tutta Europa. Un momento storico dove, per legge, si decreta la criminalizzazione della diversità e le responsabilità sono molteplici. Prendendo la situazione degli Ebrei italiani, tranne quelli della comunità romana, gli arresti avvengono tutti ad opera di connazionali. Si parte dallo zelo di impiegati degli uffici anagrafici che - senza porsi troppe domande - non esitano a censire l’appartenenza ad una religione, ad un gruppo etnico, la diversa abilità o lo stato di infermità mentale.

Basta davvero un giorno per ricordare o serve solo, al contrario, per generare un senso di allontamento e repulsione al bombardamento mediatico di fine gennaio? O forse le Giornate della Memoria possono considerarsi utili solo nella misura in cui consentono di comprendere prima, e distruggere poi, quei meccanismi di discriminazione delle diversità che, negli ultimi tempi, sembrano riaccendersi con un rinnovato vigore?

Forte l’ulteriore interrogativo della dott.ssa Fasano: quante sono le vittime dei campi di concentramento che si trovano sui fondali dei nostri mari che ospitano i corpi di quei tanti che, spinti dal desiderio – e anche dal diritto – di aspirare ad una vita dignitosa, trovano invece spesso la morte e l’umiliazione?

Un intervento senza giri di parole inframezzato dalla lettura di brani toccanti, da parte della stessa autrice, tratti dal libro “Oltre la cenere”. Un testo drammatico ma mai angosciante che affronta, con una solida base storica, l’intreccio di varie personalità con le loro luci ed ombre. Siamo alla fine del 1944 ad Auschwitz–Birkenau, luogo terribile di morte, rischiarato comunque, dalla luce della speranza prima e della vita che ricomincia, poi, alla fine della guerra.

Monica Dogliani si dedica a svariate attività: appassionata di storia del Novecento, editor di alcuni scrittori italiani, membro del “Gruppo Studio Franco Debenedetti Teglio”, co-autrice di musical e spettacoli teatrali. Alcune sue opere di narrativa e di poesia sono state premiate in vari Premi Letterari italiani. Attualmente sta effettuando ricerche sul capro espiatorio e sulle teorie dei complotti.

La lettura dei brani è accompagnata da un silenzio irreale ed emozionante che sembra portare il pubblico in una strana dimensione “altra” che genera domande, interrogativi irrequieti in cerca di risposta. Il libro, presentato in prima assoluta il 5 novembre 2009 presso il Circolo dei Lettori di Torino alla presenza di importanti personalità del mondo istituzionale e culturale, ha subito riscosso un buon riscontro di critica e pubblico per la sua capacità di indagare nell’ animo umano con delicatezza, senza facili compiacimenti e ammiccamenti ai lettori. Ma quello che più stupisce e la rara capacità di legare questi aspetti all’analisi storica del periodo.

Strana la genesi dell’ opera: un libro scritto a quattro mani, a distanza, insieme con Andrea Rocchetti, web designer bolognese. La particolarità è il non essere partiti da una trama comune prestabilita ma dall’unione degli scritti individuali degli autori. Come ha raccontato la stessa Dogliani, è stata la sorpresa è stata scoprire come i tasselli si completassero e fondessero tra loro.

Alla revisione del testo ha contribuito Primarosa Pia, figlia del superstite Natale Pia kz 115658 Mauthausen-Gusen, nipote di altri deportati, tutti partigiani vittime del rastrellamento avvenuto nella zona di Nizza Monferrato il 3 dicembre 1944. Ha frequentato il corso: Insegnare la Shoah presso The International School for Holocaust Studies di Yad Vashem, a Gerusalemme. http://www.yadvashem.org.il/ ed è collaboratrice degli storici del Mauthausen Memorial del Ministerium Fur Inneres, Republik Osterreich,

Nel suo intervento ha parlato della sua esperienza – come figlia di un ex –deportato – circa la gestione di questa pesante memoria o, meglio, la volontà di allontanarsene per buona parte della vita, accanto ad un padre che non ha mai parlato della sua esperienza di internato. Poi, un giorno, Natalino Pia decide che è giusto scrivere quanto ha vissuto e Primarosa si avvicina alla lettura del suo racconto inizialmente con il solo intento di correggerne le bozze. Invece è il primo passo che la porta a quel passato doloroso e che la spinge a cercare di comprendere, di capire, di chiedersi ancora qualcosa. È ormai trascorsa una decina di anni da allora e, attualmente, amministra una mailing list, DEPORTAZIONE MAI PIU’, luogo di dibattitti e diffusione o ricerca di notizie riguardo l’attività delle Associazioni che tutelano la memoria, o quella di centri culturali o istituzionali, non solo nazionali, o persone che si occupano di argomenti storici o battaglie civili. Tutti possono inviare idee o notizie. La testimonianza di Primarosa Pia ha sottolineato la necessità di utilizzare anche le nuove tecnologie, di creare reti e relazioni per portare contenuti e nuova linfa vitale a queste discussioni, prima che vengano disperse o si ritengano superate. La lista che gestisce, oggi, conta migliaia di iscritti non solo italiani ma di moltissimi paesi europei e non.

Una serata così intensa non poteva che contare sulla partecipazione non solo emotiva del pubblico: numerosi gli interventi rivolti sia ai relatori ma anche agli stessi presenti. Si è ricreata – come nei passati incontri di sensibilizzazione - una “piazza di discussione” davvero ricca di spunti che ha tenuto desto il dibattito fino a tardissima sera.

Una serata intrisa di strane alchimie: pensare ed emozionarsi contemporaneamente sia con la mente che con il cuore.

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, venerdì 6 febbraio 2010, alle ore 17,00, presso il Comune di S. Damiano d’Asti. Titolo della serata sarà:VALUTARE LE COMPETENZE DI CITTADINANZArelatore Prof. Bruno Losito, Università Roma 3.

Ins. G. Cravanzola

scarica il volantino: 27109

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