Lunedì, 1 Febbraio 2010 | Scritto da: didattica

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VALUTARE LE COMPETENZE DI CITTADINANZA

Quinto incontro del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese

della Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti per l’a.s. ‘09/’10

Che cosa si intende per competenze di cittadinanza, quali sono e come valutarle? Discorso non semplice visto che spesso se ne parla in termini restrittivi mentre, contemporaneamente, sarebbe necessario stabilire in quale modo la scuola dovrebbe contribuire alla loro costruzione.

Di questo si è discusso nella nevosa giornata di venerdì 5 febbraio 2010 alla presenza del prof. Bruno Losito. L’incontro è stato promossa dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, che vede nella Direzione Didattica di S. Damiano la scuola capofila, in collaborazione con il Comune di S. Damiano d’Asti che ha messo a disposizione i locali.

L’intervento è stato introdotto dai saluti della dott.ssa Nadia Mion, Presidente del Consiglio e dal Dirigente Scolastico della Direzione di S. Damiano d’Asti, dottor Franco Calcagno.

Ha poi preso la parola Bruno Losito, professore associato di Pedagogia sperimentale presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Roma Tre. Ha partecipato a progetti di ricerca nazionali e internazionali, è stato coordinatore nazionale di Pisa 2006 ed è attualmente direttore associato della nuova indagine sull’ educazione alla cittadinanza promossa dall’Iea (International Civic and Civic Education Study). Collabora con il Consiglio d’Europa e con la Commissione Europea in progetti e studi sull’educazione alla cittadinanza. Aree di ricerca: educazione alla cittadinanza, valutazione e autovalutazione, formazione degli insegnanti.

Il prof. Losito ha iniziato partendo dall’ articolo 3 della Costituzione Italiana dove si dice che devono essere rimossi gli ostacoli che impediscono l’accesso alla cittadinanza. Ma ciò vuol dire costruire, già a partire dalla scuola, livelli minimi di competenze chiave senza le quali è impossibile esercitare pienamente il diritto di cittadinanza cioè la capacità di partecipare e di scegliere in modo critico e consapevole. (CONTINUA A LEGGERE…)

Spesso, però, il sistema scolastico italiano è ancora segnato da “non equità” legata a fattori di tipo socio/economico e meno ai caratteri individuali dei cittadini. Le indagini internazionali lo dimostrano: in alcune zone geografiche d’Italia – e in alcuni indirizzi scolastici – i risultati sono assolutamente diversi rispetto ad altri contesti e ci avvicinano – o allontanano – da quelli conseguiti dai Paesi che si trovano in posizioni alte all’ interno di queste classifiche.

Purtroppo nella scuola italiana, gli studenti non sono messi in condizioni eque per il loro apprendimento perché non basta costruire pari opportunità ma lavorare per compensare le differenze in ingresso. Addirittura, da quello che emerge dalle ricerche, oggi le differenze che si riscontrano sono maggiori che in passato.

Proprio per questo sarebbe importante lavorare per competenze nella scuola, intendendole formate non solo dalla conoscenza teorica e dalle abilità ma dalla capacità di mettere in pratica tutto ciò nella vita reale in modo tale da risolvere problemi non solo di tipo scolastico.

In questo senso la scuola dovrebbe preparare i futuri cittadini, ovviamente partendo dalle strumentalità e conoscenze di base senza le quali è impossibile costruire competenze.

Spesso, invece, l’opinione pubblica, ma anche molti operatori della scuola, scambiano la scuola che lavora per competenze con quella dove regna l’anarchia, l’improvvisazione e la dispersione.

L’analisi accurata del prof. Losito ha dimostrato chiaramente che non è affatto così, anzi questo tipo di lavoro richiede molta preparazione da parte degli insegnanti per quanto riguarda la parte progettuale ma anche quella valutativa perché è impossibile valutare una competenza soltanto mediante il punto di vista di un docente ma serve l’apporto di tutto un consiglio di classe, di un team… Infatti una competenza non riguarda esclusivamente una disciplina.

Ovviamente è un lavoro difficile e complesso che richiede la capacità da parte degli insegnanti di documentare il proprio percorso e quello dello studente, di approfondire le conoscenze sulla valutazione ma anche sui diversi modi di apprendere degli alunni.

E non solo. Occorre avere la capacità di stimolare i ragazzi a riflettere su quanto e come stanno apprendendo, ma anche sulle modalità che ogni insegnante adotta per la loro valutazione. Occorre, cioè, avere la capacità di “mobilitare” il ragazzo per permettergli di “spostarsi”, di migliorarsi. Una valutazione, cioè, che dà davvero valore e non blocca l’alunno per sempre nella posizione di quello che sa o di quello che non ce la farà mai. Proprio in questo la scuola diventa un ambiente di apprendimento democratico, che non vuol significare mancanza di responsabilità da parte degli adulti ma, al contrario, assunzione di responsabilità anche da parte degli studenti.

Spesso si obietta che questo tipo di scuola non è possibile: troppi tagli, troppa crisi, troppo malcontento tra gli insegnanti.

A questa obiezione il prof. Losito ha sottolineato che qualcosa si può sempre e, soprattutto, qualcosa si deve: tocca agli insegnanti mobilitarsi in questo senso e anche ai Dirigenti Scolastici perché, in assenza di una vera idea di scuola locale, su ciò che si pensa sia importante e su quali siano le vere finalità dell’ educazione stessa (che non può essere disgiunta dall’ istruzione), si rimane immobili in un mondo che cambia e non si forniscono ai giovani gli strumenti per poter affrontare il confronto con gli altri coetanei dei Paesi sviluppati.

Altrettanto importante è il collegamento con il territorio perché senza un contesto sociale che condivida i presupposti della scuola, si lavora solo su modelli artificiali. Proprio per questo il Polo Cittattiva ha deciso di aprire gli incontri alla popolazione e non solo agli insegnanti.

Come ha sottolineato più volte il prof. Losito, la scuola è un pezzetto di mondo ma, senza territorio alle spalle, non è possibile costruire cittadinanza, con tutte le conseguenze negative per l’ intera collettività circa la mancanza di rispetto delle regole o, semplicemente, l’individualismo che spinge ad occuparsi solo di ciò per cui si avrà un tornaconto personale.

L’intenso intervento è stato seguito da un dibattito interessante nel quale si sono confrontate diverse posizioni in relazione a questi temi.

Tutti i materiali dell’ incontro (slide e registrazione audio mp3) sono disponibili sul sito www.scuolealmuseo.it e sul blog http://ddsandamianoasti.wordpress.com.

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, giovedì 22 febbraio 2010, alle ore 21,00, presso il Comune di Montà d’Alba. In tale occasione verrà presentato il libro:“Alpini dal Tanaro al Don” di Giorgio Ferraris.

 

Ins. G. Cravanzola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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