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Lunedì,23 Novembre 2020 | Scritto da: didattica


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ANCHE PER GIOCARE SERVONO LE REGOLE. COME DIVENTARE CITTADINI”

NE HANNO DISCUSSO GHERARDO COLOMBO E MAURO FERRO

Un incontro vivo e pieno di spunti per tutti quello che si è tenuto in videoconferenza per la presentazione del libro “Anche per giocare servono le regole. Come diventare cittadini” (Chiarelettere) di Gherardo Colombo. L’autore ne ha discusso con Mauro Ferro lunedì 21 dicembre 2020. L’iniziativa è stata organizzata dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’albese – I.C. Di San Damiano d’Asti con Museo Arti e Mestieri di un Tempo, Fra Production Spa, Acli, Israt e Aimc di Asti. Il libro è il primo all’interno della collana Ri-creazioni dell’ editore Chiarelettere che, rivolgendosi a studenti, famiglie, insegnanti, ha lo scopo di avvicinare ai temi della cittadinanza attiva. Come ha ricordato in apertura Mauro Ferro, il dott. Colombo da anni lavora con i ragazzi e questo ultimo lavoro è in continuità con questo percorso. Nel libro si presenta l’Italia nel periodo difficile degli anni del terrorismo che, però, aveva potuto vivere un periodo felice grazie alla Costituzione. La particolarià, ha sottolineato Colombo, è rappresentata proprio dalla Costituzione. Nel ‘38 erano state emanate le Leggi razziali che non erano state quasi per nulla contrastate. Nel ‘48, la mentalità non era molto cambiata. Ai posti di potere more…

Mercoledì,5 Maggio 2010 | Scritto da: didattica

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SULLE REGOLE: COSTITUZIONE, SOCIETÀ, PERSONA

Lo scorso Martedì 11 Maggio, presso il Castello Medioevale di Cisterna d’Asti, introdotto da Mauro Ferro è intervenuto il dottor Gherardo Colombo. Organizzato dal Polo Cittattiva, in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un tempo, l’incontro sul “Vivere la Costituzione nel quotidiano” ha affrontato il 3° articolo: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”.

Come mai si decide di lasciare la magistratura dopo più di trent’anni di professione? E’ forse un’utopia lavorare affinché nel nostro Paese vi sia il rispetto delle regole, ossia affinchè si possa avviare un cammino verso la legalità? La risposta a questi quesiti hanno rappresentato la apertura e la chiusura del vivace dibattito condotto dall’ex-magistrato divenuto famoso per aver contribuito ad inchieste sulla Loggia P2, il delitto Ambrosoli e “Mani Pulite”. Proprio allo scadere del 15° anno dall’inizio di quest’inchiesta, a metà Febbraio del 2007, il magistrato si ritira dal proprio servizio. Come quel giorno in cui, essendo il rubinetto del proprio appartamento milanese rimasto a secco, l’idraulico intervenuto risale al guasto seguendo le tubature scendendo fin giù in cantina, egli decide che sia giunto il momento di scendere nelle scuole, nei circoli, ovunque ce ne sia il bisogno: il rapporto con la giustizia è sterile se chi la amministra non dispensa prima ancora di verificare, se non esiste una comunicazione fra la magistratura ed i cittadini per comprendere il perchè delle regole.

Perchè l’Italia si è dotata di un insieme di regole che prende il nome di Costituzione? Qualcuno fra i presenti in platea suggerisce l’affermazione del principio di verità, qualcun altro ricorre alla serietà tout-cour. Ma siamo così certi che non sia relativa, ovvero che la verità non dipenda forse dal contesto o dal momento storico, e quindi non sia solamente la difesa dello status quo? Prima del 1 Gennaio 1948, data in cui entra in vigore la Costituzione Italiana, l’ordine costituito si basa su una struttura gerarchica alla cui base versa la maggior parte della popolazione, alla quale non vengono riconosciuti i più elementari diritti. La redazione della Costituzione assicura il riconoscimento di alcuni principi fondamentali irrinunciabili, inalienabili, insopprimibili: come il principio di laicità, il principio democratico, ed appunto il principio di uguaglianza, secondo cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. (continua a leggere…) more…