Giovedì, 18 Maggio 2017 | Scritto da: didattica

caramarietta

CARA MARIETTA AMATISSIMA…” LA GRANDE GUERRA VISTA DA UN CONTADINO DEL ROERO

15^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘16/’17

REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO IN FORMATO MP3

cane

“Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio, dei primi fanti il 24 maggio…”

Sono trascorsi più di cento anni dal quel fatidico 24 maggio 1915 che decretò l’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, un secolo iniziato con una grande tragedia eattraversato da moltissime altre. Per la prima volta, un conflitto era deflagrato a livello mondiale e tutte le famiglie italiane furono toccate almeno da un lutto. Lo stesso Nuto Revelli, durante le interviste condotte moltissimi anni dopo nelle case contadine, raccoglieva almeno un aneddoto da un reduce della Grande Guerra perché, nonostante il secondo conflitto mondiale fosse più recente, era ancora vivo nell’animo delle persone il ricordo di tutti quelli che morirono in luoghi lontani e sconosciuti. Racconti vivi di esperienze terribili che, spesso, avevano segnato in modo indelebile anche chi era riuscito a rientrare a casa.

Il libro “Cara Marietta amatissima…” di Andrea Cane (ed. Araba Fenice) fa riemergere dalla nebbia del tempo  una vicenda umana che non troverebbe spazio nei libri di storia ma che riesce a farci comprendere lo stato d’animo di tantissimi soldati di quel tempo e delle loro famiglie. L’autore Andrea Cane e l’editore Alessandro Dutto ne hanno discusso venerdì 26 maggio 2017 al Castello di Cisterna d’Asti. L’incontro è stato organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano d’Asti con il Museo e il Comune di Cisterna d’Asti, l’Aimc di Asti e la Fondazione Crasti.

Andrea Cane, sessantaquattro anni, dal 1976 al 2009 ha insegnato Italiano e Storia in un Istituto Superiore di Alba. E’ autore, con Gian Mario Ricciardi, del volume Novecento. Cent’anni d’orgoglio e miseria nel paese della Bela Rosin, che racconta la storia di Sommariva Perno nella prima metà del ‘900. Appassionato di storia e tradizioni locali, è sempre andato alla ricerca delle “radici” del suo paese, del quale è stato sindaco dal 1995 al 2004. Sommarivese di nascita, da anni è impegnato nelle varie attività di animazione culturale, sportiva e del tempo libero del suo paese. Il libro racconta la storia vera del contadino Andrea Perrino di Sommariva Perno attraverso un ricco epistolario – conservato dai suoi discendenti - scritto mentre presta servizio come soldato. Quando è richiamato alle armi, Perrino ha quasi quarant’anni, un anziano per l’epoca ed è il primo a stupirsi di dover tornare al fronte dopo aver già combattuto in altri conflitti. Purtroppo, però, non c’è nulla da fare e la “sua guerra” durerà per più di quaranta mesi. In questo periodo, scriverà oltre quattrocento tra lettere, cartoline e biglietti alla moglie Marietta, alle figlie, ai genitori, al fratello. Le sue sono parole piene di nostalgia e amore per la sua famiglia lontana, di dolore per ciò che vede in trincea ma anche di speranza nella vita che riprenderà perché, alla fine, la guerra dovrà finire. I suoi studi sono terminati con la seconda elementare ma, nonostante gli errori ortografici, i suoi pensieri sono ben costruiti e lucidi e, come ha ben rilevato l’autore, spesso le sue riflessioni si possono confrontare con i versi di grandi poeti come Ungaretti quando descrive la solitudine, la paura ma anche il sentimento di fratellanza nei confronti di tutti quelli che, come lui, vivono la guerra dentro ad una trincea. Inizialmente, è convinto della necessità di portare a termine nel migliore dei modi il compito al quale è stato chiamato. In seguito, il registro cambia completamente: la guerra che i soldati stanno combattendo e ingiusta e immotivata. Sta causando inutile dolore e non ne comprende più il motivo.

Attraverso questi scritti, si legge il dolore degli addii, il rimpianto per la propria casa e gli amici perduti e non solo: com’era bella la vita, pur se povera, quando c’era la pace! Emerge anche il suo legame con la famiglia: l’amore, la stima e il rispetto per la moglie Maria e per le figlie, la sua ragione di vita, il motivo per cui un giorno tornerà per riprendersi il tempo perduto. L’autore ha avuto il merito di valorizzare questo importante patrimonio messo a disposizione dai discendenti di Perrino ma non solo. Infatti, attraverso le parole di Gabriele - che diventano una voce distinta – Cane ha saputo cogliere dei messaggi universali che riguardano la vera essenza dell’uomo, la forza ma anche la fragilità. Proprio per questo, “Cara Marietta…” non raccoglie solo un epistolario ma al suo interno racchiude anche i sentimenti di tutti quelli che quella guerra l’hanno combattuta e che, spesso, non sono più ritornati. Per questo motivo, leggendo il libro, si ha l’impressione di aver conosciuto davvero Gabriele Perrino, di aver discusso con lui del tempo, delle viti ma anche di come va il mondo… quasi un parente che torna da un viaggio lungo un secolo e che ha ancora tante cose da insegnarci: pagine di guerra per pensare alla pace.

La serata è stata resa più emozionante grazie a Psiche, Antonio, Mario e Samuele, del Laboratorio Teatrale di Cisterna d’Asti che hanno curato la lettura recitata di alcune lettere.

Giovanna Cravanzola

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