Martedì, 2 Ottobre 2018 | Scritto da: didattica

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“ITALIANO E CITTADINANZA: PAROLE PER COMPRENDERE E PARTECIPARE”

IL LINGUISTA LUCA SERIANNI CONQUISTA CISTERNA D’ASTI

3^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ ASTIGIANO E L’ ALBESE  PER L’A.S. ‘18/’19

REGISTRAZIONE DELL’INTERVENTO DI SERIANNI IN FORMATO MP3

REGISTRAZIONE DELLE DOMANDE FINALI IN FORMATO MP3

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“Pensare è scrivere con la mente”, con le parole di Emanuela, che frequenta la cl. 1 della Scuola Primaria Statale di Cisterna d’ Asti, si è aperto l’ incontro “Italiano e cittadinanza: parole per comprendere e partecipare” con il prof. Luca Serianni e il prof. Alberto Banaudi. L’ iniziativa si è svolta sabato 13 ottobre 2018 al Castello di Cisterna, all’interno del percorso “Vecchie e nuove resistenze”, promosso dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di S. Damiano d’Asti in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo e l’Aimc di Asti. Il prof. Luca Serianni serianniè nato a Roma il 30 ottobre del 1947. É stato professore ordinario di Storia della Lingua Italiana presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza ed è considerato uno dei più importanti linguisti e filologi italiani. Il prof. Alberto Banaudì è laureato in Lettere Classiche presso l’Università di Torino e quella in Filosofia presso l’Università di Genova. È professore di storia e filosofia al liceo scientifico “F. Vercelli” di Asti e si dedica alla ricerca filosofica. Le parole sono unite ai pensieri ma, purtroppo, è tangibile un progressivo impoverimento del lessico che rende sempre più difficile comprendere, comunicare e partecipare alla cittadinanza. “La lingua è diacronica, si modifica nel tempo e tiene unita la comunità. È l’occhio che guarda le cose e ci permette di vederle o meno” ha detto il prof. Banaudi introducendo l’ incontro. Infatti – ha sottolineato il prof. Serianni – la lingua è strettamente legata al pensiero esattamente come ha detto Emanuela. La struttura dei processi mentali avviene proprio attraverso la lingua materna. Il riferimento alla cittadinanza del titolo, quindi, non è giuridico ma deve essere inteso come la consapevolezza di ciò che significa la lingua per la partecipare alla società civile. Un articolo giornalistico, ad esempio, potrebbe essere utilizzato per valutare la comprensione di un testo scritto. Conoscere una lingua significa gestire i diversi registri, padroneggiare il lessico ma anche afferrare il significato di un testo. I dati statistici dicono che, come mai in passato, il numero dei parlanti la lingua italiana è numeroso. Secondo il prof. De Mauro, la lingua posseduta è quella di base composta da circa 6 000 parole che consentono di coprire il 92-94% di tutti i discorsi che si pronunciano. I bambini apprendono in modo straordinario ma occorre sempre arricchire i lessico perché, per essere cittadini consapevoli, occorre comprendere i messaggi che si ricevono. In caso contrario si incorre nel problema della credulità e si è esposti alle fake news amplificate dalle rete. Per la comprensione di un testo, ad esempio, si può utilizzare la Costituzione Italiana che, secondo De Mauro, ha un alto grado di comprensibilità in quanto non utilizza un linguaggio burocratico. È un ottimo strumento per riflettere sulla lingua e comprendere se alcuni principi sono stati interiorizzati. In ogni caso, è importante coltivare i monumenti letterari del passato perché l’Italia, per secoli, è stata unita solo grazie alla tradizione scritta che ha consentito continuità di immagini e valori da tutelare a scuola ma non solo. Importante considerare i nuovi italiani perché la lingua è un mezzo insostituibile per veicolare e condividere i principi costituzionali. Numerosi gli interrogativi posti dal prof. Banaudi e dagli altri partecipanti sull’anglofonizzazione della nostra lingua, la scuola digitale, l’ importanza dell’ ortografia… Il prof. Serianni ha sottolineato di condividere la posizione del prof. Marazzini che ritiene una resa l’ eccessivo utilizzo della lingua inglese nel mondo dell’ educazione. Infatti, se è importante la conoscenza di questa lingua, rinunciare all’ italiano sarebbe rischioso perché comporterebbe il rischio di non saper affrontare idee e situazioni mentre si parla. Per quanto riguarda la scuola digitale, anch’ essa offre numerosi vantaggi ma è pericoloso sostituire tutto il resto con il computer. Il libro cartaceo, infatti, rimane meno volatile e più accessibile a tutti. Numerosi sono state le altre domande durante l’incontro intenso e partecipato. Una mattinata per riflettere sulle parole che, come l’ educazione, sono un vero tesoro.                                                                 Giovanna Cravanzola

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