Venerdì, 2 Ottobre 2020 | Scritto da: didattica


STORIA DI UN FIGLIO. ANDATA E RITORNO”

FABIO GEDA E ENAIATOLLAH AKBARI …

ASPETTANDO DI SAPERE COSA OFFRE IL MENU’ DELLA VITA”

In questo periodo, nel quale si ha la sensazione di essere appesi al sottile filo della vita, ascoltare persone luminose come Fabio Geda ed Enaiatollah Akbari fa bene al cuore e lo apre alla speranza. È stato possibile incontrarli venerdì 9 ottobre 2020 al Castello di Cisterna d’Asti per la presentazione del loro ultimo libro Storia di un figlio. Andata e ritorno(Ed. Baldini + Castoldi). L’incontro è stato promosso dal Polo cittattiva astigiano albese – I.C. di S. Damiano e Museo con Israt, Fra production spa e Aimc Asti.

A dialogare con loro il prof. Enrico Cico che ha definito il libro “la storia di una riscoperta dei legami che i migranti mantengono a distanza e che è sempre molto importante”. Mentre nel primo volume si parla di Enaiatollah e del suo viaggio da eroe, qui l’attenzione è posta su ciò che succede alla sua famiglia tra il 2000 e il 2008. Il migrante, durante il suo percorso, per molto tempo perde le tracce della sua famiglia, ignora cosa succede nella sua terra.

È un viaggio doloroso in cui, momentaneamente, si perdono le radici. “Non è stato cancellare ma proteggere - ha detto Akbari - dovevo sopravvivere, potevo pensare solo a questo. Non potevo permettermi il lusso di pensare alla malinconia per i miei parenti. Non avevo energia per questo pensiero. Quello che mi è successo è come un miracolo. Poi, con il tempo, sono stato meglio. In Italia, la tranquillità mi ha dato modo di pensare”.

Scrivere la prosecuzione di un libro come “Nel mare ci sono i coccodrilli” poteva essere un azzardo. Si correva il rischio di abbassare il livello ma anche di mitizzare la figura del migrante che si salva. Però, come ha sottolineato Geda, lo sguardo umile di Enaiatollah rispetto alla vita, non ha fatto correre questo pericolo.

E’ felice di raccontare la sua storia perché parla di quella di tutti i migranti. Non si è mai sentito un eroe ed è per questo che non esce così. Qui si porta la vita dei migranti in una quotidianità che non finisce. Proprio per questo, tra 10 anni, potrebbe uscire il terzo libro perché la sua vita, come tutte, ha un valore immenso. Se salvi una vita, salvi il mondo. Se racconti una vita, racconti il mondo intero. Noi non ci siamo mai persi. Mi ha fatto un dono immenso affidandomi la sua vita e a lui ho consentito di rielaborare la sua storia”.

Tanti, infatti, sono gli aspetti della sua vita che Enaiatollah aveva dimenticato o preferiva non ricordare ma che, anche grazie all’aiuto di Fabio che ha saputo avvicinarsi con garbo, sono riemersi permettendogli di raccontarli. “Io – ha proseguito Enaiatollah – non sono un eroe e faccio attenzione a non farmi percepire così. Sono un testimone di verità. So che altri minori hanno fatto e stanno facendo, anche in questo momento, il mio stesso viaggio. Forse sono nato per raccontare ciò che non viene raccontato. Ho avuto la fortuna di incontrare uno scrittore che ha saputo farlo. Ringrazio l’Italia per avermi dato il permesso di soggiorno che è stata la cosa più bella per stare nel mondo. E’ un grande riconoscimento che mi consente di sognare il mio futuro”.

Politica, storia, letteratura… umanità sono stati i temi di cui hanno discusso Geda ed Akbari sollecitati dalle puntuali domande di Enrico Cico e dei presenti, soprattutto hanno aiutato a riflettere su ciò che preferiamo non sapere.

Ci accorgiamo del resto del mondo solo quando bussa alla nostra porta. Finché crediamo di vivere ognuno nel proprio cortile e non ci accorgiamo delle catastrofi, è ovvio che il rapporto con i migranti non può che essere conflittuale. Invece, bisogna immaginare il mondo come una casa di cui aver cura. Per questo, ci piace pensare che il libro serva a risvegliare le coscienze anche se per noi è complicato capire” ha continuato Geda.

Cico ha sottolineato che il libro, attraverso la letteratura, ha la capacità di regalare umanità per mezzo di una storia vera e, in tempi difficili, dare alle parole il valore di testimonianza è importante.

Emozionanti e pieni di speranza le parole di Enaiatollah Akbari a conclusione dell’ incontro: “Tutti noi viviamo momenti brutti ma il giorno non finisce. Potresti essere ucciso, non puoi sapere se finisce la vita ma dobbiamo avere la luce di un domani… anche se lontano perché si deve continuare a cercare il domani. Il mondo è grande e io aspetto di vedere cosa mi offre il menù della vita”.

Giovanna Cravanzola

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