Giovedì, 10 Maggio 2012 | Scritto da: didattica

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LA PROPAGANDA MURALE DEL REGIME FASCISTA

16^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE

Il paesaggio che ci circonda, antropico o fisico, racconta la nostra storia anche quella parte di storia che si vorrebbe dimenticare. Una parte di questi documenti sono costituiti dalle scritte murarie, un mezzo che, con efficacia, è stato utilizzato nel ventennio fascista. Un modo subdolo per piegare la libera scelta e la libertà di un popolo. Proprio per questo il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese ha deciso di dedicare un incontro a questa tematica grazie alla presentazione del libro “Duce. La propaganda murale del regime fascista” di Giovanni Bosca, ed. Araba Fenice. A presentare l’incontro Sandro Cerrato  e Alessandro Dutto.

Cerrato nell’introdurre l’autore l’ha definito un uomo poliedrico nei suoi interessi: dalla fluidotecnica alle meridiane per passare all’ apicultura. E, in tutto questo, anche la passione per la storia ha avuto una parte importante. Cerrato ha anche sottolineato come Mussolini fosse in grado, con l’aiuto di D’ Annunzio, di declinare la lingua italiana per realizzare degli slogan che, ormai, sono rimasti come segno tangibile ancora oggi. Come sosteneva Goebbels – ha ricordato Cerrato - qualcosa ripetuta dieci, cento, mille volte sembra diventare vera  e riesce a incidere profondamente nelle menti delle persone. Ha preso poi la parola Alessandro Dutto, editore dell’ Araba Fenice  che ha pubblicato il libro ed esperto di propaganda cinematografica nazista. Nel suo intervento ha evidenziato come i totalitarismi del ventesimo secolo, comunismo, fascismo e nazismo, abbino utilizzato diversi mezzi di propaganda. Il comunismo, ad esempio, utilizzò moltissimo il cinema nel quale, spesso, protagonista poteva essere anche un attore che impersonava Stalin. Anche il nazismo utilizza il mezzo cinematografico dove vengono riprese, come dei veri e proprio colossal, le adunate ed i comizi dove Hitler interpretava se stesso. Tutto ciò non è avvenuto in Italia dove la propaganda è passato soprattutto attraverso le folle ed i muri. Mezzi semplici indirizzati ad un popolo semplice ma che è anche l’unico tipo di propaganda che, a differenza delle altre, ha superato il corso del tempo. Le scritte spiegano, all’ incirca, tre fasi del fascismo: la guerra in Africa, i conflitti con gli altri Paesi europei e, al termine di questa parabola, la ritirata. Il tutto, ovviamente, infarcito da frasi sulla grandezza dell’Italia, facendo leva sulla storia, sul lavoro e così via.

Giovanni Bosca ha innanzitutto spiegato la motivazione di questo suo interesse che da ben trenta anni lo ha portato a fotografare scritte ormai perse: l’importanza di ricordare un periodo storico non troppo lontano durante il quale molte persone persero la vita. Tra queste ultime sue padre, morto in guerra quando Bosca non aveva ancora compiuto tre anni. Egli si è definito, quindi, un tecnico che ama la storia per averne subito direttamente le conseguenze. Nei primi anni del secondo dopoguerra le scritte vennero, praticamente ovunque, coperte con la calce ma, essendo realizzate con la tecnica dell’affresco, poco a poco, ritornarono ad essere visibili. Oggi costituiscono un repertorio storico da tutelare. Per realizzarle vennero scelte le posizioni strategiche perché ogni scritta doveva durare nel tempo e istruire obiettivo che , effettivamente, si è realizzato. Riportavano parti di discorsi del Duce chem poi, venivano realizzate uguali in tutta Italia.

Pochi leggevano i giornali a quei tempi ma tutti potevano vedere quelle scritte e, nel caso in cui fossero stati analfabeti, avrebbero sicuramente trovato qualcuno che avrebbe detto loro il significato di quelle lettere gigantesche che apparivano sui muri delle case e degli edifici pubblici.

Il ricco materiale fotografico che Bosca ha presentato, costituisce un vero e proprio patrimonio per ricordare un passato che la maggior parte degli Italiani vorrebbe dimenticare ma utile per evitare che quegli anni terribili, con il loro carico di sofferenze, cadano nell’oblio.

Prossimo appuntamento sabato 26 maggio 2012 alle ore 15 presso il Castello di Cisterna d’Asti. L’Associazione Culturale Oron Oronta proporrà il convegno ““LA FESTA DELL’APOCALISSE”

Giovanna Cravanzola

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