Giovedì, 2 Aprile 2015 | Scritto da: didattica

“FEMMINILE PLURALE:  DECLINAZIONI DELLA VITA E DEL PENSIERO DELLE DONNE”

22^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘14/’15

REGISTRAZIONE AUDIO DELL’INCONTRO ALLA PAGINA:

http://www.scuolealmuseo.it/registrazioni/gallo_morra.mp3

Dopo il bell’incontro di ottobre, venerdì 10 aprile 2015 don Marco Gallo è ritornato a Cisterna d’Asti accompagnato dalla prof.ssa  Stella Morra.  L’appuntamento, come il precedente, è stato organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese (I. C. di San Damiano d’Asti) in collaborazione con il Museo e le Parrocchie di Cisterna e Valle S. Matteo. Impegnativo il titolo della serata: “Femminile plurale: declinazioni della vita e del pensiero delle donne” che si può considerare anche come la prosecuzione dell’ incontroParità di genere: storia, filosofia e media” che si è tenuto nel novembre scorso. Don Marco Gallo (docente di teologia dei sacramenti - STI, Fossano, direttore dell’Ufficio Catechistico di Saluzzo, Viceparroco a Verzuolo. Dopo il dottorato in teologia dogmatica, scrive e ricerca su pratiche rituali e fede e ha  all’attivo numerose esperienze all’estero) ha presentato la prof.ssa Morra  ponendo una domanda: “Chi è un teologo?”. Nel corso dei secoli il ruolo di questa figura è cambiata moltissimo. Nei primi secoli del Cristianesimo, il teologo coincideva con il vescovo. Successivamente furono i monaci, profondi conoscitori delle sacre scrittura, a rivestirne i compiti. Intorno all’anno Mille, con la nascita delle Università, la teologia diventò una facoltà e si staccò dalla vita delle parrocchie. Nacque così la scolastica. Come ha sottolineato don Gallo, la teologia,: “ … Si trasformò da ricerca spirituale in ricerca universale con interesse ad una sistematicità (Summa), un metodo, con attenzione e definizioni sempre più raffinate”. Si arrivò, con passaggi successivi, fino al 1860 quando, in Italia, la teologia venne espulsa dalle università per ritornare alle fonti . Nel ‘900 diventò una ricerca attenta non soltanto alle risposte ma aperta anche alle domande. Nacque così la teologia del genitivo nel tentativo di prendere a cuore delle domande che prima non erano state valorizzate come quelle dei neri, delle donne, dell’ambiente…

Oggi il teologo dovrebbe cercare il modo di dare coerenza a ciò che entra nel mondo cristiano e ciò non è assolutamente semplice. A partire da questi spunti, la prof.ssa Morra (sociologa e teologa, vice presidente del Coordinamento delle Teologhe Italiane, insegna alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Accanto all’attività accademica, svolge attività di formazione a vari livelli per diocesi e associazioni cattoliche e nell’Associazione Culturale L’Atrio dei Gentili) ha iniziato il suo intervento dicendo che è difficile dedurre il contesto dei problemi partendo dall’esterno perché lo sguardo con cui si osservano le cose è estremamente importante. Spesso, parlando di teologia delle donne ci si chiede se parli di donne o sia fatta da donne. Questa, attualmente, è una grande questione perché, ancora oggi, non tutti sono d’accordo sul fatto che le donne siano soggetti e non oggetti di studio ma le radici affondano un po’ più lontane nel tempo. Intorno al  1895 era stata  pubblicata la “Woman’s bible” (la Bibbia delle donne) che consisteva nella ritraduzione della Bibbia del Re Giacomo, fatta da parte di donne protestanti, per comprendere se effettivamente erano presenti alcune parti del testo offensive nei confronti del loro genere. Oggi, su queste tematiche, c’è dibattito all’interno della Chiesa. Il fenomeno del femminismo, in ambito ecclesiale,  ha una pessima fama. Per altri è un fenomeno storico che per alcuni può avere valenze positive e per altri negative. Nasce per l’emancipazione delle donne ed è una battaglia per ottenere l’uguaglianza con l’uomo che, nonostante anni di lotte, ancora oggi non è vinta completamente. Ma quale differenza c’è tra i termini femminile e femminista? Sovente al primo termine vengono attribuiti i significati di accogliente, materno… ma lo specifico femminile non può essere assorbito soltanto in questo. Al contrario cosa significa maschile? Questa domanda, negli ultimi anni, ha creato la crisi del maschile perché è sempre più difficile riconoscere i ruoli e le funzioni di questo genere. Tutto ciò, spesso, genera conflitto e violenza sulle donne. Però, a poco a poco, si è giunti alla consapevolezza che né il femminile né il maschile possono essere considerati l’Universo ma solo una parte. Tutto ciò sta evolvendo nella questione del genere che suscita conflitti ma anche studio e ricerca. Quest’ultima non si sofferma più solo ad analizzare la questione femminile ma tutti i generi ed è quindi il superamento del femminismo. Il femminile, da questo punto di vista, non si può più definire solo partendo da sé ma è un intreccio tra la biologia, la cultura, l’ autobiografia perché ogni persona abita il proprio genere in base a tutto ciò. Quindi non basta più avere una biologia o una cultura comuni per essere uguali. Tutto ciò genera connessioni e differenze che aiutano a mettersi in relazione con gli altri. attualmente, è poi necessario aiutare il maschile a riflettere su questi temi. Per quanto riguarda la Chiesa, dopo il Concilio Vaticano 2°, non sono presenti problemi rispetto alla questione delle donne, almeno in teoria. In pratica, però, il ministero viene visto ancora come una forma di potere attribuito sempre ad un uomo. La teologia delle donne ha fatto molti passi in avanti nella Chiesa anche se ne devono essere fatti ancora molti. Le donne sono diventate teologhe prendendo la conoscenza che prima era esclusiva degli uomini. Solo nel 1972, infatti, è stata data facoltà alle donne di studiare nelle Pontificie Università. Tutto ciò, secondo la Morra, è un beneficio per la Chiesa perché l’aiuta ad essere plurale e ad avere uno sguardo più aperto e ampio. La teologia delle donne, anche se in apparenza lo sembrerebbe, non è diversa da quella degli uomini perché si studiano esattamente gli stessi temi ma lo sguardo è diverso. Sarebbe auspicabile una teologia ancora più inclusiva perché, sovente, il potere della conoscenza allontana  e non è in grado di far comprendere a fondo che ciò di cui si parla non è solo teoria ma riguarda intimamente le persone. Oggi il teologo deve fare lo sforzo di mettere in circolazione parole per esprimere ciò che si sente e di cui si ha bisogno ma anche cercare un circuito che unisca la teoria alla pratica perché è sempre più difficile il

connubio fede/vita. Quindi non più una Chiesa che insegna ma una Chiesa che impara e vive. Stella Morra ha concluso il suo intervento riprendendo la domanda iniziale di don Gallo. La teologia, è l’arte delle cose difficili perché riguarda la parte più  faticosa da dire che nessuna pratica può spiegare. È come cercare, da parte di un cieco, un gatto nero, in una stanza buia. Le donne teologhe non si sono ancora arrese: cercano ancora quel gatto come una malattia inguaribile e sono liete di questa differenza.

Il prossimo incontro, organizzato dal Polo Cittattiva all’interno del calendario delle Manifestazioni per il Settantesimo della Liberazione e della Battaglia di Cisterna/S. Stefano Roero, si terrà sabato 25 aprile 2015, alle ore 21 presso il Castello di Cisterna d’Asti con lo spettacolo “… Dal buio spunta l’aurora – 8 Settembre 1943/25 Aprile 1945 - Testi e canti della Resistenza” con l’ Associazione “Gruppo Arte e Cultura” di Torino, la Corale S. Stefanese guidata dal maestro Marco Costa. La regia dello spettacolo è di Enzo Scaringella e vedrà come interpreti: Stefania Gagliardi, Cristina Momo, Daniele Benvenga, Marco Foglino ed Enzo Scaringella. L’ ingresso è libero.

Giovanna Cravanzola


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