Venerdì, 10 Marzo 2017 | Scritto da: didattica

L’INNOCENZA VIOLATA E LA LEGGE DEL BRANCO. PER NON DIMENTICARE MARIA TERESA NOVARA

UN CASO DA RIAPRIRE

8^ INCONTRO DEL POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE PER L’A.S. ‘16/’17

È la notte del 16 dicembre 1968, una bambina scompare da Villafranca d’Asti. Il suo corpo è ritrovato il 13 agosto 1969, a pochissime ore dalla morte, in una cascina di Canale d’Alba. È trascorso quasi mezzo secolo da quei giorni terribili, quel delitto rimane impunito ma questa storia non è mai stata dimenticata ed è ancora viva nei ricordi di moltissime persone. La scrittrice e giornalista Marilina Rachel Veca con Stefano Cattaneo ne hanno discusso durante l’incontro dal titolo “L’innocenza violata e la legge del branco. Per non dimenticare Maria Teresa Novara” che si è tenuto venerdì 17 marzo 2017 al Castello di Cisterna d’Asti organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I.C. di San Damiano d’Asti con il Museo e il Comune di Cisterna d’Asti, l’Aimc di Asti  e la FondazioneCrasti.  Marilina Rachel Veca vive e lavora a Roma. Laureata in lettere moderne presso l’università degli studi “La Sapienza”, specializzata in paleografia latina, archivistica e diplomatica presso l’Archivio Segreto Vaticano, ha lavorato nel settore relazioni internazionali di varie istituzioni e ha operato nell’organizzazione di conferenze internazionali. Scrittrice e giornalista, è autrice di numerosi libri, fra cui ricordiamo: SCANDALO SOMALIA, ANATOMIA DI UN FALSO, LA NEBULOSA DEL CASO MORO, 96 DOMANDE SUL CASO MORO, KOSOVO PERDUTO? KOSOVO E METOHIJA, RITORNO IMPOSSIBILE, CUORE DI LUPO, SETTE VOLTE SETTE, SLANDIANA, IL NOME NASCOSTO. Sul caso di Maria Teresa aveva già scritto il racconto romanzato: LA TESTA DELL’IDRA cui ha fatto seguito il libro inchiesta ANATOMIA DI UN DELITTO.

Stefano Cattaneo è nato a Calcio (BG) vive in provincia di Milano. Artigiano e contadino, è studioso autodidatta di storia antica, moderna e appassionato di temi religiose. Giunto alle soglie dell’età della pensione ha dato corpo alla sua passione per la scrittura collaborando alla realizzazione del libro - inchiesta LA TESTA DELL’IDRA di Marilina Veca. Per la narrativa, esordisce con la raccolta di racconti LA MADRE E ALTRI RACCONTI, scritto con Marina Assanti. Scrive VITA DI UN PARROCO, STORIA DI UN’EPOCA con Marina Assanti e Marilina Veca. Infine, con Marilina Veca, ha realizzato ANATOMIA DI UN DELITTO, (Kimerik, 2017). “Fu una storia che fece scalpore in tutta Italia. I giornali seguirono la vicenda chi con equilibrio altri in modo scandalistico e morboso. Il settimanale La Nuova Provincia di Asti se ne interessò per tutto il periodo. A distanza di tanti anni, cosa spinge a tornare su questa storia?” con queste parole il giornalista Renato Romagnoli ha introdotto l’incontro lasciando poi la parola ai relatori. La prof.ssa Veca ha risposto dicendo che non esistono zone particolari in cui sia opportuno o meno parlare dell’umanità e della sua natura. Questa vicenda è una piaga ancora oggi sanguinante perché riguarda una bambina che, anziché essere tutelata, diventa preda di un mondo adulto che non si fa scrupolo di utilizzarla come un oggetto. Maria Teresa è una preadolescente che, per motivi di studio, vive con gli zii a Villafranca in modo da raggiungere più facilmente la scuola. I suoi parenti sono proprietari di una tabaccheria e la sua cameretta, fino a poco tempo prima, era il deposito delle stecche di sigarette e dei valori bollati. Probabilmente, è proprio questo il motivo che spinge Bartolomeo Calleri, criminale di lungo corso, a tentare una rapina insieme con un complice. Non trovando il bottino, decidono di rapire la piccola per chiedere un riscatto. Non sanno che è di umili origini. Così, per lucrare ugualmente, portano la vittima presso la cascina Barbisa di Canale dove, per tutto il periodo della detenzione, diventa vittima di numerosi pedofili. Nel mese di agosto, Calleri - con il complice Rosso – si reca a Torino per una rapina che finisce male. Il criminale muore annegato nel Po e, solo grazie ad una serie di coincidenze, le forze dell’ordine giungono a Canale dove – dopo un primo sopralluogo inconcludente – ritrovano la ragazza morta da pochissime ore per asfissia. Qualcuno ha chiuso le uniche prese attraverso le quali entrava l’aria nel cubicolo sotterraneo nella quale è stata rinchiusa e incatenata. Nonostante diverse voci in paese parlassero della presenza della bambina nella zona, nessuno le porta soccorso condannandola a una morte lenta e terribile. La Veca ha poi continuato dicendo: “La mafia è questa omertà. È arroccarsi nel silenzio che copre la morte di una bambina. Maria Teresa è il paradigma che racchiude ciò che di peggio l’uomo può fare a un altro uomo. Da anni mi scontro con un muro che vuole nascondere questa tragedia. I giornali dell’epoca la descrissero quasi come una prostituta, tutto questo in modo morboso e senza rispetto. In questi anni di ricerche non ho sentito pathos ma paura”. Secondo Stefano Cattaneo, questo caso racconta il silenzio di centinaia di persone. Romagnoli ha poi posto l’accento come nel libro s’ipotizzi che, oltre a balordi e piccoli criminali, avessero approfittato della bambina anche personaggi molto influenti che rallentarono le indagini. “Le ricerche, infatti, furono turbate e non fu aperto un fascicolo per l’omicidio ma solo per il rapimento. Probabilmente, se si fosse trattato solo di balordi, la Procura avrebbe agito con più forza. Nel libro s’inseriscono solo gli interrogatori del dott. Mario Bozzola della Procura di Asti. Sono tirati in ballo numerosi personaggi, alcuni molto in vista, che in qualche modo appaiono coinvolti ma che, dopo un primo e unico interrogatorio, non sono più ascoltati e non è emessa contro di loro nessuna misura. Oggi ci stiamo muovendo per presentare la richiesta della riapertura del caso per dare a questa povera bambina un’indagine degna” ha risposto la scrittrice. Daniela Peira, giornalista del La Nuova Provincia di Asti presente all’incontro, ha confermato che la Procura di Asti ha iniziato la ricerca del fascicolo della vicenda. La riapertura di un procedimento avviene solo in casi particolari ed è un meccanismo molto complicato. Questo caso è ancora più complicato perché, all’epoca, se ne occuparono tre prefetture: quella di Asti per il rapimento, quella di Torino per la rapina e la morte di Calleri, quella di Alba per il ritrovamento del corpo di Maria Teresa. Purtroppo, come ha rilevato Romagnoli, le indagini furono condotte in modo confuso. Quasi quotidianamente i giornali ricevevano segnalazioni di persone che avevano visto la vittima ma anche di mitomani che si accusavano del rapimento. Giunsero, però, anche informazioni concernenti piste che, probabilmente, avrebbero portato alla sua liberazione se fossero state seguite. Furono indagati – e prosciolti – anche alcuni operai calabresi che stavano lavorando alla costruzione della Torino Piacenza. Ci fu troppa reticenza da parte degli interessati ma anche degli organi competenti. Come ha ricordato la Veca, i carabinieri di Canale fecero un primo sopralluogo proprio pochissime ore prima che Maria Teresa morisse senza dar peso ai giornali dove la bambina aveva appuntato le sue richieste di aiuto e a tanti altri particolari grossolani che avrebbero dovuto portare a una perquisizione più dettagliata della Barbisa. Marco Viada ha confermato la difficoltà di raccordare gli uomini di Canale con quelli di Torino. All’epoca erano appuntato dei Carabinieri in forza a Torino e fu tra chi ritrovò il corpo della vittima. Sarebbe bastato davvero poco per giungere ai nomi dei colpevoli. Purtroppo non fu così.

Oggi, dopo tutti questi anni, un crimine così efferato e senza precedenti in Piemonte, rimane ancora impunito. Molti dei responsabili, probabilmente, saranno morti ma allo stesso identico modo ha ucciso l’indifferenza di molti. La speranza è che questo caso sia davvero riaperto non per portare nuovo dolore a una famiglia già fortemente provata ma per dare giustizia a una persona che non ne ha mai potuto godere.

Il prossimo incontro si terrà venerdì 31 marzo 2017 alle ore 20,30 al Castello di Cisterna d’Asti. Titolo della serata “Diario di Anna Frank” con lo scrittore (ebraista ed esperto di didattica della Shoah) Matteo Corradini. Introduce l’incontro la dott.ssa Maria Grazia Bologna (vicepresidente dell’Israt). L’ingresso è gratuito e l’incontro è valido ai fini dell’aggiornamento per gli insegnanti.

Giovanna Cravanzola


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