Mercoledì, 7 Aprile 2010 | Scritto da: didattica

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“GIORNALISMO E CITTADINANZA: QUALI REGOLE PER COMUNICARE E PERCHE’…”

ottavo incontro del Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese

della Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti per l’a.s. ‘09/’10

Argomento scottante quello della comunicazione attraverso gli organi di stampa. Di questo si è discusso venerdì 16 aprile 2009 presso il Museo Arti e Mestieri di Cisterna d’Asti all’interno degli incontri di sensibilizzazione promossi dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, che vede nella Direzione Didattica di S. Damiano la scuola capofila.

Ospiti della serata il dottor Carlo Cerrato, caporedattore della testata giornalistica di Rai 3 Piemonte intervistato dal dottor Mauro Ferro.

Il dottor Cerrato è partito da un breve storia dell’ informazione televisiva sottolineando anche i passaggi che hanno portato alla nascita delle televisioni locali. Fino a 35 anni fa circa il panorama era molto ristretto nel mondo dell’ informazione perché unica presenza era quella della televisione di Stato. Le regole su cui si basava questo mondo non erano molto diverse da quelle che avevano visto nascere l’informazione scritta e non vi erano ancora i presupposti di oggi.

Solo con l’avvento degli anni ’70 e, soprattutto, grazie ad una tecnologia meno costosa e più abbordabile, nasce la richiesta che la TV non sia più solo di Stato ma diventi anche dei privati.

Nascono in questo periodo moltissime emittenti private locali ( ad es.: Tam…), sviluppate con pochissimi mezzi ma moltissima inventiva da gruppi di appassionati sparsi nei diversi territori. Esperienze molto ricche anche dal punto di vista sperimentale ancora oggi da rileggere anche in chiave sociale.

Oggi la televisione cambia nuovamente per opera dell’ innovazione del digitale.

Dal momento in cui nasce la televisione privata non si parla più soltanto di informazione ma anche di comunicazione che non significano la stessa cosa. Per l’ imprenditore privato il mezzo televisivo, mediante la comunicazione, può attirare forti investimenti. Nasce, quindi, una nuova industria e un nuovo mezzo che sviluppa un genere che era già presente ma con canoni diversi: la pubblicità.

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Il mondo della comunicazione, quindi, si sviluppa sempre di più ma con nuovi interrogativi.

Il giornalista si occupa dell’ informazione ma il mezzo televisivo non è solo informazione ma anche comunicazione e occorre avere ben chiara questa distinzione.

Quando si parla di COMUNICAZIONE, si deve avere in mente la pubblicità oppure i comunicati degli uffici stampa che parlano di un evento o di un prodotto unicamente dal punto di vista di chi ha prodotto il comunicato stesso.

Fare INFORMAZIONE, invece, vuol dire affrontare un argomento e portarlo a conoscenza del pubblico cercando, il più possibile, di fornire elementi di conoscenza rispetto a tutte le situazioni e i punti di vista.

Ma oggi è ancora possibile questa distinzione con tutta la grande quantità di informazioni, di tutte le fonti, ecc…? Non è che spesso il mezzo si trasforma nello stesso messaggio?

Occorre consapevolezza in merito a questa distinzione perché ne va sia sui temi e sia in relazione all’ impatto sul pubblico che si affronta. Purtroppo oggi il singolo giornalista, nonostante la deontologia professionale, si trova inserito in un contesto di interessi economici e politici che determinano le scelte. Individualmente può fare delle scelte morali ma, obiettivamente, può fare poco.

Il TG3 Piemonte, da quando è nato, si è sempre trovato a dover documentare vicende importanti anche a livello nazionale come il terrorismo o le vicende Fiat ma ha anche saputo fare scelte come quella di dare voce in modo non episodico, ad esempio, ai fatti relativi agli incidenti sul mondo del lavoro.

Oggi, quindi, l’ informazione è libera (e, per contro, ogni testata risponde a livello giuridico, per un eventuale uso improprio) ma la difficoltà che incontra il pubblico è quella di discernere nel mare di notizie che si susseguono e che, spesso, creano disagio e assuefazione e incapacità di discernere criticamente e crearsi un’opinione rispetto ai fatti.

Educare alla cittadinanza su questi temi significa sostenere percorsi che promuovano la capacità di godere a pieno anche di ciò che, a questo livello, offrono le nuove tecnologie e di saper scegliere in merito.

Per le testate giornalistiche la difficoltà è quella di ricercare le fonti perché sono sempre più lontane, numerose e difficili da controllare. Invece trenta anni fa c’erano meno informazioni ma più vicinanza alle fonti, inoltre con più informazioni da gestire, sovente si riesce a informare meno. Altra difficoltà è quella di rispettare tutti i vincoli imposti dalle varie commissioni di vigilanza e, nel contempo, fornire “prodotti” comprensibili all’ utenza.

Per concludere, giornalismo è cercare, scegliere. Attualmente, spesso, il mezzo sta diventando il messaggio sovente senza che la maggior parte degli utenti se ne accorgano.

Ecco, quindi, qual è il nuovo interrogativo: come riuscire a coniugare la massa informativa odierna – dovuta anche ai nuovi mezzi di comunicazione – con un’ informazione reale?

Vista i numerosi interventi del pubblico, grazie anche alla capacità di muovere l’attenzione del dottor Cerrato e del dottor Ferro, questo potrebbe essere il tema di un futuro incontro del Polo Cittattiva.

Giovanna Cravanzola

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