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Martedì,23 Giugno 2009 | Scritto da: didattica

24 GIUGNO 2009

Museo Arti e Mestieri di un Tempo   

Castello di Cisterna d’Asti

Ore 20.45

“L’ APICULTURA FINESTRA  SU UN MONDO E VITA,

 ESPERIENZE EDUCATIVE E UMANE”

Dott.ssa Maria Josè Pastor Rodriguez

(ingegnere agronomo, apicoltrice biologica

ed esperta di progetti di cooperazione internazionale)

 

 

SI COMUNICA INOLTRE CHE L’INCONTRO SU

“ANTROPOLOGIA DELLA TERRA E CITTADINANZA”

con il Prof. Piercarlo Grimaldi, previsto per il 9 luglio, è stato rinviato al mese di ottobre.

 

 

Sabato,6 Giugno 2009 | Scritto da: didattica

     “CLIMA ED ENERGIA: IL NOSTRO FUTURO, IL  NOSTRO IMPEGNO” 

Dott. Luca Mercalli 

Lunedì 25 maggio 2009, un folto pubblico si è raccolto nel Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti per prendere parte all’ intervento del dottor Luca Mercalli che si è tenuto all’ interno delle serate di sensibilizzazione promosse dal POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE  della Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti.

Il noto climatologo ha dato inizio al suo intervento con una riflessione sull’ importanza di territori come quello di Cisterna d’ Asti che hanno un significato ancora più forte rispetto alla necessità di non cadere nelle trappole delle grandi città. Infatti, grazie alle connessioni veloci che uniscono mondi anche lontani, la comunicazione non rappresenta più un ostacolo: si può essere anche in questi luoghi – di calma e di ritmi a misura d’ uomo – al centro del mondo senza bisogno di rincorrere modelli metropolitani alienanti.

Purtroppo in certe situazioni, sono stati proprio i mass media, in particolar modo la tv, che hanno diffuso modelli “sirena, specchietti per le allodole…” proponendo modelli di vita – e di spreco – assolutamente insostenibili. Queste bombe a orologeria – in cui è totalmente assente la cultura, intesa come tradizione e bussola che permette di ricercare i valore di una “BUONA VITA” – hanno estraniato la gente dall’ esistenza vera per catapultarla in mondo di plastica, privi di criteri reali. Un mondo dove l’ importante è il possedere per il gusto di possedere e lo sprecare per il gusto di possedere ancora, senza che ciò porti a miglioramenti reali per quanto riguarda la qualità della vita dell’ uomo di oggi, sempre più in bilico per ciò che riguarda la sua salute fisica e mentale.

Tutto ciò, in poco più di quattro decenni, ha portato a danni di incalcolabile portata dal punto di vista sociale e ambientale, cancellando del tutto il senso del limite tutto a vantaggio di quello di un’ incosciente onnipotenza. Oggi, giorno dopo giorno, stanno emergendo - in modo sempre più aggressivo – gli esiti di questi comportamenti anche se spesso vengono divulgate notizie rassicuranti, per quanto prive di fondamenti scientifici, sulle vere cause di tutto ciò.  Ad esempio, il mese di maggio 2009 può essere considerato il più caldo da quando sono disponibili rilevazioni meteorologiche eppure per molti sembra un bufala a causa delle abbondanti precipitazioni dei mesi scorsi. Nella realtà scientifica, invece, i mesi invernali sono stati piovosi/ nevosi ma non particolarmente freddi rispetto al passato mentre nel mese di aprile era già possibile riscontrare una temperatura superiore di 2° rispetto alla media.

Purtroppo quando si parla di questi problemi le banalità si sprecano. Invece occorrerebbe ricordare una frase di Luigi Einaudi che diceva: “Prima conoscere, poi discutere, poi deliberare”). Attualmente: tutti discutono, pochi deliberano e quei pochi fanno gravi danni.

Non è più possibile considerare “…la Terra come una tavola imbandita dove le risorse da arraffare si riproducono a volontà” come dice L. Sartorio, perché alcune leggi della fisica, prima tra tutte quelle della termodinamica, non possono essere eluse a partire dai batteri fino ad arrivare all’uomo. La termodinamica è tutto ciò che dà energia a partire dal Sole. L’uomo ha da sempre combattuto con la termodinamica nel tentativo di dominarla e di superare ciò che “ non si può fare”, magari ritornando all’ utilizzo dei modelli/sirena per creare nelle persone esigenze come quelle di avere un’automobile sempre più grande per raggiungere un livello di vita migliore. Questo con il duplice risultato di stimolare nei giovani la volontà di superare ogni limite e negli anziani il tentativo di rimuovere il ricordo delle ristrettezze del passato. Ma non si può superare il limite dei desideri.

Consideriamo l’età della Terra - 4,6 miliardi di anni fa – pari ad un anno. (CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO CLICCANDO SU MORE) more…

Lunedì,11 Maggio 2009 | Scritto da: didattica

Scuola Primaria Gramsci                       

Via  Fenoglio,  11 Asti

ore 20.45

“ IL QUARTIERE PRAIA DI ASTI:

UNA SCUOLA, UNA STORIA.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “FAR RETE. STORIE DEL LAVORARE INSIEME”

(incontro con le autrici: M.R. Amich, E.Sardi, P. Vercelli)

 
SCARICA IL FILE DELLA RELAZIONE: far-rete
Lunedì,4 Maggio 2009 | Scritto da: didattica

CON-VIVENZA E PROCESSI CO-OPERATIVI. EDUCARE ALLA CONVIVENZA O CONVIVERE L’EDUCAZIONE?

Professor Walter Fornasa

( docente di Ecologia dello sviluppo, Psicologia dell’ambiente e Psicologia dell’educazione alla Facoltà di Scienze della formazione dell’università di Bergamo)

SCARICA FILE PRESENTAZIONE: fornasa-maggio-09

“EDUCARE ALLA CONVIVENZA O CONVIVERE L’EDUCAZIONE?” domanda amletica a cui si è cercato di dare una risposta nel castello di Cisterna con il professor Walter Fornasa, docente di Ecologia dello sviluppo, Psicologia dell’ambiente e Psicologia dell’educazione alla Facoltà di Scienze della formazione dell’università di Bergamo incontro, ottavo appuntamento del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE DELLA DIREZIONE DIDATTICA DI S. DAMIANO D’ASTI che si è tenuto venerdì 8 maggio 2009.

Molte le presenze a partire da una folta rappresentanza dell’ amministrazione del Comune di Cisterna d’Asti – che da sempre partecipa, condivide e accompagna le proposte della scuola - ai genitori, agli insegnanti a semplici cittadini attenti a queste tematiche.

Numerosi spunti sono stati offerti dal relatore a partire da una riflessione sul concetto di convivenza e dei luoghi comuni al riguardo. Ecco alcuni esempi: spesso si parla di convivenza civile ma la convivenza, in forza dello stesso termine, può essere incivile?

Con altrettanta frequenza si affrontano progetti sulla convivenza mentre non si parla di come si prepara pensando che sia un concetto che possa essere “insegnato e imparato” come una qualsiasi disciplina.

Ma che senso ha oggi parlare di convivenza in una società altamente competitiva? Com-petere o con-vivere? Siamo sistemi viventi o conviventi?

Si possono costruire azioni comuni solo mediante un lavoro in comune.

Può nascere un processo di con-vivenza nella scuola di oggi?

I ragazzi, talvolta, imparano a scuola ad essere cittadini con- viventi in una società con altri presupposti dove ci si basa prioritariamente sulla concorrenza.

La scuola co-operativa lavora sul senso dell’ altro e della solidarietà come presupposti essenziali nella consapevolezza che la co-operazione è fondamentale nella vita civile.

La co-operazione, infatti, è un processo evolutivo di co-costruzione di interdipendenze tra sistemi a fronte di un problema recepito come comune.

Il gioco ad esempio, è una costruzione sociale di competenze: se giochi, sai metterti in gioco.

La co-operazione sociale è la più difficile da costruire perché vuol dire cedere parti di se stessi per costruire con gli altri. Per farlo occorre essere in grado di costruire scambi guidati dalla reciprocità in una relazione di scambio paritario.

A volte non basta lavorare su un problema comune ma occorre saper costruire quel problema in comune.

Per far questo, in primo luogo, è essenziale lavorare sulla propria cultura per attrezzarsi a capire quella altrui.

Infatti per giocare in un gioco reciproco, occorre percepirsi simili agli altri per trovare risonanze. Nella paritarietà non vengono annullate le differenze ma si è in grado di comprendere l’altro. Nel modello competitivo tutto ciò non si verifica: o si vince o si perde anche se, come spesso ha sottolineato il prof. Fornasa, l’etimologia latina della parola competere sta a significare “chiedere insieme”.

Proprio questo, la formulazione di un problema “insieme” è presupposto di cittadinanza.

La co-operazione, inoltre, è fonte di regolazione (che sta a significare l’accordo di una misura), dissocia il soggettivo dall’ oggettivo: nella co-operazione si sperimenta la propria capacità di regolarsi con l’altro.

E infatti le regole sono indispensabili e fondamentali per mediare ma devono essere costruite e condivise proprio da chi le deve rispettare.

Nella competizione si risponde solo a regole esterne che pesano e spesso non sono comprese.

Nella CON- VIVENZA (o CITTADINANZA) ATTIVA, invece, le regole sono interne e non possono rimanere sempre identiche in un contesto che cambia.

Co-operare vuol dire prendersi carico di un altro che, comunque, invade il nostro spazio con la consapevolezza che anche l’altro ha un problema che sono io.

Un altro spunto di riflessione offerto dal prof. Fornasa è stata la considerazione che molte persone vivano l’ambigua situazione di sentire da un lato la necessità impellente di “connettersi, collegarsi…” ( pensiamo ad internet) mentre dall’ altro lato desiderino, con la stessa intensità, di scindersi. Come se vivessero al proprio interno un dissidio lacerante.

Invece per con- vivere, co-operare… occorre prendersi cura ma anche lasciarsi prendere in cura per costruire insieme un’ecologia sociale del Buon Vivere e delle Buone Relazioni di Vita.

Dall’ altro lato, il modello competitivo toglie questa sensibilità perché non attrezza a badare all’ altro.

Il BENE IN COMUNE è una costruzione lenta, che richiede tempi, spazi e costanza per poter mettere radici e anche germogli ma serate così partecipate, specie da parte di persone comuni, fanno ben sperare che qualcosa si possa costruire.

“Conviviamo in questa comunità di pratiche, di storie personali e di narrazioni del mondo… che emozioni!”.

8 maggio 2008: Intanto fuori splendeva una bellissima luna rossa che probabilmente avrà anche voluto dire qualcosa e sicuramente l’ha fatto…almeno per qualcuno in particolare.

Lunedì,27 Aprile 2009 | Scritto da: didattica

   “CITTADINANZA ED ECONOMIA”

 

SCARICA LE SLIDES DELL’INTERVENTO: rb-cisterna

Crisi, bioeconomia ed etica sono stati gli argomenti del settimo incontro del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE DELLA DIREZIONE DIDATTICA DI S. DAMIANO D’ASTI che si è svolto venerdì 23 aprile 2009 presso la  CASCINA DEL RACCONTO DI ASTI, in via Bonzanigo.

Di tutto questo e di molto altro ha trattato il professor Roberto Burlando, docente di Economia politica all’Università degli Studi di Torino, autore di numerosi articoli su riviste nazionali e internazionali sui temi dell’economia sperimentale, psicologia economica, etica ed economia, economia gandhiana e solidale.

La serata è partita dalla considerazione che, nell’economia moderna, si possono distinguere due basi diverse, una etica ( che parte addirittura da Aristotele) ed un’altra, per così dire, più tecnica e meno attenta all’ uomo.

Negli ultimi decenni questa seconda visione dell’ economia ha avuto la preminenza rispetto alla prima, impoverendo l’economia stessa di significati e contenuti di senso come le domande: “Come bisogna vivere? Cosa serve davvero per fare una Buona Vita?”.

Le vicende dei mesi scorsi hanno portato alla ribalta i temi economici senza che, spesso, la maggior parte delle persone avesse gli strumenti adeguati per la comprensione delle informazioni che venivano diffuse.

Ciò ha favorito la scelta, anche da parte del mondo politico, di risposte semplici – come l’allontanamento degli immigrati…- a domande e problemi molto complessi.

Le ultime notizie di questi giorni, ad esempio, hanno portato alla ribalta l’ imminente fine della crisi ma possiamo effettivamente pensare che sia così?

A differenza di ciò che viene diffuso dai mezzi di informazione, secondo molti economisti accreditati, la fine della crisi è ben lontano dall’ essere raggiunta e potrebbe portare, come ulteriore esito, ad uno scontro di civiltà per l’appropriazione delle risorse.

Ciò non significa perdere di vista l’importanza dell’ economia ma definire ambiti di funzionamento del mercato, importanti al fine di stabilire delle regole che siano valide per tutti.

Possiamo applicare le regole dell’economia, oltre che ai beni privati, anche su altri beni e servizi per i quali i mercati non funzionano come strumenti?

Ad esempio in relazione all’ amicizia, ai sentimenti, la democrazia… oppure ai diritti umani?

In questi casi le regole di mercato non funzionano.

Se si perdono di vista questi presupposti l’economia non è più funzionale all’ uomo e alle sue esigenze.

Ad esempio la logica delle attività produttive è quella di produrre e mettere sul mercato solo ciò che serve mentre la logica meramente finanziaria ha come unico scopo quella di emettere sul mercato un titolo con l’intento di far aumentare in brevissimo tempo il suo valore, a qualsiasi costo arrivando alla mercificazione di tutto.

Proprio questi presupposti hanno portato alla crisi attuale per giungere alla quale si è arrivati alla mercificazione la vita stessa.

Attualmente il vero pericolo, oltre a quello finanziario, è una possibile deriva che potrebbe portare ad un’ancora maggiore concentrazione delle ricchezze in mano di pochi, cosa incompatibile con le basi stesse della democrazia.

Le scelte politiche possono rideterminare la distribuzione dei redditi nel futuro che come seconda possibilità, però, potrebbe  anche portare a sbocchi autoritaristici, accentratori e a possibili conflitti.

Ma la prima domanda che, anche a livello economico, dovrebbe essere posta è: “COSA CI INTERESSA DELLA VITA?” solo una discussione che porti alla condivisione di basi e culturali e principi può portare ad una nuova economia.

Un’economia che, come diceva Aristotele, parta per l’appunto da una buona etica per definirsi tale, per non cadere nella trappola di essere fine a se stessa ma solo mezzo per il raggiungimento del BEN- ESSERE, ossia di tutto ciò che rende migliore la qualità della vita di un numero sempre maggiore di persone.

Infatti, sempre citando Aristotele, i beni non sono un obiettivo ma solo uno strumento per raggiungere questo stato.

Nonostante un numero ridotto di partecipanti, la relazione del prof. Burlando è stata seguita da un dibattito molto serrato che ha protratto fino a tarda ora l’incontro.

Molteplici sono stati gli interrogativi tra i quali la responsabilità personale, le scelte, la capacità di partecipare attivamente alla vita del Paese, la consapevolezza…

Dubbi, domande e interrogativi suscitati, grazie alla competenza del relatore, intorno ad argomenti ritenuti spesso ostici o poco comprensibili alle persone comuni e che, invece, dovrebbero ricevere maggiori attenzioni da parte di ciascuno.

Una ventosa serata di aprile… economia ed etica: sicuramente parole che non cadranno nel vento.

 

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, venerdì 8 maggio 2009, alle ore 20,45, presso il MUSEO ARTI E MESTIERI DI UN TEMPO DI CISTERNA D’ASTI, CASTELLO DI CISTERNA D’ASTI, PIAZZA HOPE.

Titolo della serata sarà: CON-VIVENZA E PROCESSI CO-OPERATIVI. EDUCARE ALLA CONVIVENZA O CONVIVERE L’EDUCAZIONE?che vedrà come relatore il Prof. Walter Fornasa dell’ Università di Bergamo.

 

G. Cravanzola

 

 

 

Lunedì,20 Aprile 2009 | Scritto da: didattica

“LA RESISTENZA NEL NORD OVEST: COME COMUNICARLA OGGI”

 

Prof. Alessandro Zannella

(Preside Istituto Leonardo da Vinci di Alba – Cn)

 

 

 

 

Appuntamento nuovamente molto partecipato il sesto incontro del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE DELLA DIREZIONE DIDATTICA DI S. DAMIANO D’ASTI che si è svolto venerdì 17 aprile 2009 presso la BIBLIOTECA COMUNALE di Canale, organizzato dal Gruppo di supporto all’ Associazione partigiana “ Tonio Ferrero” di Canale d’Alba dal Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti.

Tema della serata: “LA RESISTENZA NEL NORD OVEST: COME COMUNICARLA OGGI” che ha visto come relatore il Prof. Alessandro Zannella, preside Istituto Leonardo da Vinci di Alba – Cn.

Punto di partenza è stata la riflessione che per tramandare la resistenza occorre innanzitutto essere consapevoli dei modi con le quali le diverse generazioni vivono e leggono il mondo. Un’analisi più approfondita permette di suddividere le diverse generazioni che si sono avvicendate dopo la fine della guerra: quella dei nati negli anni ’50,  negli anni ‘70/’80 per arrivare alle ultime generazioni.

La prima ha potuto fruire dei racconti di prima mano dei padri, degli zii… che spesso hanno vissuto in prima persona le vicende partigiane mentre le altre, con i passare del tempo, hanno conosciuto, nel migliore dei casi, i racconti tramite altre fonti meno dirette e, ovviamente, meno forti per quanto riguarda l’impatto emotivo.

Questa consapevolezza deve essere legata a quella che i giovani sono inseriti in situazioni di vissuto personale e storico molto diverse tra loro.

In passato, chi aveva vissuto in prima persona periodi bellici aveva avuto meno difficoltà a comunicare le proprie esperienze dovuto alla minor velocità con la quale si modificava il modo di esprimersi tra le varie generazioni.

Al contrario oggi ciò avviene a ritmi impressionanti.

Avvicinare i giovani a queste tematiche pretendendo che le comprendano unicamente perché tappe fondamentali della nostra storia, rischia di svilirle rendendole incomprensibili e relegate solo alle pagine dei libri di storia.

Come fare, allora?

Questo è l’interrogativo che si è posto ed ha posto il professor Zannella.

Partendo dalla traduzione di quel mondo e di quel periodo, esattamente come si fa utilizzando delle lingue diverse.

Questo, forse, è l’unico modo per far sì che della Resistenza si parli ancora anche in futuro, spostando in primo luogo l’attenzione dai fatti generali alle scelte personali, ai momenti di crisi – interna ed esterna – che hanno portato tanti giovani di allora a fare delle scelte difficili, sofferte ma anche consapevoli.

E proprio la metafora della scelta, del dubbio, del bivio… può essere una figura che può avvicinare anche i giovani di oggi e quelli di domani perché tutti, prima o poi, ci troviamo di fronte a delle scelte.

Il paragone con il passato attraverso dei percorsi di ricerca autentica, possono portare i giovani ad effettuare scelte critiche, appunto, di cittadinanza attiva.

Riflessioni queste che, se rivissute da questa nuova ottica, rivestono i fatti del passato di una luce sempre nuova e mettono in chiaro quelle figure di giovani di allora che diventano di nuovo attuali.

Quale scelta?

Decidere da che parte stare e cosa fare, spesso senza avere ben chiaro come le cose potrebbero andare a finire ma motivati unicamente da una spinta interiore che sollecita prendere una posizione.

Allora i fatti dei libri riescono a diventare metafore vive anche della propria esistenza che permettono – e permetteranno - di capire come, partendo dal vuoto – da qualsiasi vuoto – la propria vita può prendere un indirizzo di senso che la modifica per sempre.

Il rischio, altrimenti, è quello di allontanare proprio coloro che si intende avvicinare a tematiche così importanti.

La tematica interessante ha avuto come esito finale un dibattito che ha coinvolto il pubblico in particolar modo alcuni ragazzi presenti che, con domande finalizzate e ben poste, hanno saputo animare e sollecitare nuovi interrogativi e argomenti di discussione.

Proprio la loro presenza, quella di cittadini che si trovavano a dibattere su tematiche importanti, di un certo spessore culturale al termine di una faticosa settimana di lavoro, fa ben sperare sul fatto che già qui e oggi ci siano persone, momenti e luoghi di incontro dove sia ancora possibile tenere vivo molto più che un ricordo per le generazioni che verranno.

 

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, giovedì 23 aprile 2009, alle ore 20,45, presso la CASCINA DEL RACCONTO, in Via Bonzanigo, 46 ad Asti.

Titolo della serata sarà: “ CITTADINANZA ED ECONOMIA” che vedrà come relatore il Prof. Roberto Burlando dell’ Università di Torino.

  

G. Cravanzola

 

 

Venerdì,3 Aprile 2009 | Scritto da: didattica

Cascina del Racconto, via Bonzanigo 46 Asti

BACKSTAGE

 DIETRO LE QUINTE DI MEDIA E COMPORTAMENTI A RISCHIO”
Dott. Luca Sibona e  Dott. Giuseppe Masengo

(Centro di documentazione e ricerca audiovisiva “Steadycam” – Asl CN2)

 

BACKSTAGE –

Appunti da dietro le quinte di media e comportamenti a rischio

 

In una società fortemente connotata come società dell’informazione della comunicazione e dello spettacolo (Rivoltella, 2001) dove:

·        le notizie sono un mare dal quale ne emergono solo alcune, a mò di onde e ondate;

·        questi movimenti possiedono una diversa intensità;

·        i messaggi ad esse correlate circolano e penetrano secondo logiche dettate dall’economia, dal mercato e dalla politica;

 

come orientarsi per ritrovare la rotta perduta, che delle notizie e della realtà ne ricostruisca una rappresentazione, pur sempre tale, ma non così manipolata da certi poteri, a loro esclusivo vantaggio?

(VAI AL DOCUMENTO COMPLETO: http://www.progettosteadycam.it/pagine/ita/approfondimenti_dettaglio.lasso?id=189)

 

Domenica,29 Marzo 2009 | Scritto da: didattica

“CIACK SI GIRA:

L’EDUCAZIONE AMBIENTALE IN UN FILM”

 

Venerdì 27 marzo 2009, presso la CASCINA DEL RACCONTO di Asti, si è tenuto il quarto appuntamento del calendario di sensibilizzazione del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE che vede la Direzione Didattica di S. Damiano come scuola capofila.

Relatore della serata il dottor Giulio Pedretti che - laureato con una tesi sul documentario etnografico nel 2004 - produce, realizza e distribuisce documentari. Dal 2007 fa parte dello staff del festival internazionale CINEMAMBIENTE di Torino.
Collabora in ambito video (sia pratico che organizzativo) con compagnie teatrali e associazioni culturali; è consulente di aziende di comunicazione nella realizzazione di documentari industriali. Organizza e tiene corsi e laboratori sul documentario e le tecnologie video presso istituti superiori o enti di formazione della regione Piemonte. Ha partecipato e partecipa attivamente a diversi progetti culturali come L’archivio regionale dei filmati di famiglia –Superottimisti, la televisione dell’Università di Torino - Extracampus, organizza rassegne cinematografiche, ricerche etnoantropologiche e convegni.

Il Festival Cinemambiente di Torino – ormai alla dodicesima edizione nel 2009 – è la maggiore manifestazione cinematografica italiana a tematica ambientale, leader del network internazionale EFFN (Environmental Film Festival Network), è il primo festival europeo a “emissioni zero”.

Nell’ambito ambientale il festival ha aperto la strada su queste tematiche proponendo, da oltre un decennio, proiezioni, film, documentari, dibattiti… con un programma sempre molto nutrito.

Nell’edizione 2008 ben 115 film di 21 Paesi diversi hanno raccontato lo stato di salute della Terra attraverso sguardi diversi.

Durante il suo intervento il dottor Pedretti ha illustrato, attraverso una panoramica critica completata dalla visione di diversi materiali filmici, il ruolo che negli anni ha avuto la comunicazione ambientale che passa attraverso uno sguardo diverso su queste tematiche.

Negli anni scorsi, infatti, l’attenzione è stata maggiormente puntata su una comunicazione focalizzata sulla diffusione di informazioni che facevano prendere coscienza al pubblico di determinati tipi di problematiche senza però promuovere la necessità di modificare i propri comportamenti.

Negli ultimi tempi, invece, si sono diffusi  prodotti che hanno lo scopo di colpire emotivamente, di smuovere in prima persona lo spettatore in modo da renderlo cosciente e stimolare comportamenti di cittadinanza attiva e consapevole mediante piccole azioni quotidiane.

Si è così andati dal documentario informativo, agli spot “d’impatto” come quelli di Greenpeace, a prodotti di alta qualità a livello cinematografico che raccontano di tematiche ambientali.

Attraverso la visione di questi materiali il pubblico ha potuto visionare anche spot provenienti da Paesi molto lontani come l’ India dove, attraverso un brevissimo filmato, sono passati concetti importantissimi come quello di saggezza degli anziani, condivisione, azione comune nei confronti di beni, come quello dell’ acqua, che appartengono a tutti.

Uno spunto significativo è stato quello relativo all’ utilizzo di questi materiali a livello didattico nei diversi ordini di scuola.

Il dottor Pedretti ha sottolineato sia l’ importanza della fruizione critica - partendo dall’ analisi delle immagini, dei messaggi, del ritmo narrativo…  - ma anche della produzione all’ interno delle scuole di documentari, spot, film, cartoni animati e, perché no, reality su queste tematiche.

Effettuare un lavoro di questo genere con i ragazzi li induce a riflettere, effettuare sintesi, lavorare in gruppo, cercare di proporre soluzioni ai problemi.

A supporto di tutto ciò, sono stati proposti alcuni prodotti realizzati da scuole secondarie di primo e secondo grado che, con approcci diversi, hanno anche avuto lo scopo prioritario di comunicare certi contenuti a ragazzi con messaggi e linguaggi ( ad esempio mediante montaggi di brevi filmati realizzati tramite i cellulari…) studiati da altri ragazzi.

Insomma studenti in prima fila come promotori di una cultura della sostenibilità, modalità e metodo che dovrebbero e potrebbero essere adottati in molti altri istituti.

La serata si è conclusa con la visione di alcuni simpaticissimi spot, realizzati con cartoni animati, che raccontano con linguaggi semplici e ironici, adatti anche ai bambini più piccoli, i comportamenti vantaggiosi sia per l’individuo e la collettività senza cadere nel rischio del “didascalico/parabolico” che spesso ha effetti del tutto contrari e controproducenti.

La speranza degli organizzatori di serate come questa, è che un pubblico sempre più ampio vi partecipi, a partire dagli amministratori ( che spesso parlano di queste tematiche ma, altrettanto spesso, sono assenti a questi appuntamenti), agli insegnanti, alle famiglie, al territorio…

Infatti i temi della cittadinanza attiva appartengono a tutti e tutti devono sentirsi chiamati in causa in prima persona.

Chiudersi in casa lamentando il “cattivo indirizzo” che sta prendendo il mondo è decisamente poco utile e producente, comodo ma anche – e molto pericolosamente.-deresponsabilizzante.

Forse tutti dovremmo iniziare a guardare di più ciò che possiamo fare ogni giorno rendendolo “POSSIBILE”… anche a iniziare dalla partecipazione ad una piacevole serata di marzo.

 

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, giovedì 2 aprile 2009, alle ore 20,45, presso la CASCINA DEL RACCONTO, in Via Bonzanigo, 46 ad Asti.

Titolo della serata sarà: “BACKSTAGE DIETRO LE QUINTE DI MEDIA E COMPORTAMENTI A RISCHIO” relatori il Dott. Luca Sibona e il Dott. Giuseppe Masengo del Centro di documentazione e ricerca audiovisiva “Steadycam” – Asl CN2.

 

 

G. Cravanzola

 

 

Domenica,22 Marzo 2009 | Scritto da: didattica

 

RESISTENZA NEL ROERO

Pubblico numeroso per il terzo incontro del calendario di sensibilizzazione del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE, organizzato dal Gruppo di supporto all’ Associazione partigiana “ Tonio Ferrero” di Canale d’Alba dal Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti.

Nella biblioteca di Canale gremita, il relatore, professor Luciano Bertello, insegnante, storico del Roero, presidente dell’ Enoteca di Canale, ha iniziato a parlare dell’argomento della serata che lo aveva affascinato già molti anni prima per la sua tesi di laurea.

Proprio il Roero, con le sue peculiarità ambientali, viarie, sociali… è stato il punto di partenza e di arrivo di una serata ricca di momenti emozionanti.

Toccare i temi della Resistenza non è stato mai semplice né oggi, né tantomeno 34 anni fa, periodo al quale risale la ricerca del prof. Bertello: argomenti troppo vivi nei ricordi delle persone che li avevano attraversati dolorosamente, rendevano e rende spesso difficile riuscire a scavare in questo passato, in fondo, recente.

La relazione si è dipanata illustrando il rapporto tra contadini e operai, campagna e città, della diffidenza delle campagne ma anche della grande dignità della Resistenza del Roero.

Un punto si è sottolineato: la necessità di comunicare la Resistenza con parole nuove, con mezzi che facciano sì che anche i giovani la sentano parte della propria storia.

Molti gli episodi ricordati, uno in particolare: gennaio 1944, Duccio Galimberti, rifiutato dagli ospedali di molte città piemontesi, viene operato e ricoverato clandestinamente nell’ ospedale di Canale e, sempre in paese, trascorre il periodo della convalescenza.

Molti anche gli episodi cruenti, come l’ eccidio di Ceresole, dove alcuni giovani partigiani catturati, vengono impiccati ai balconi delle abitazioni come monito per la popolazione.

Ma perché e come il Roero entra nella storia della Resistenza?

1943: il duce viene destituito.

8 settembre 1943, inizia lo sbandamento dei soldati italiani, nel Roero arrivano i reduci della IV armata di ritorno dalla Francia.

I soldati si disperdono per la Langa ed il Roero ed i contadini si trovano di fronte ad un caso di coscienza: come comportarsi nei confronti di questi uomini che potrebbero essere mariti, figli…

Intanto vengono promulgati i Bandi della Repubblica di Salò che chiamano alle armi i giovani, nuova carne  da macello.

Di fronte a questo bivio molti ragazzi delle campagne scelgono e entrano a far parte delle bande partigiane mettendo a repentaglio se stessi e le proprie famiglie.

Proprio di questo hanno parlato i protagonisti diretti di quegli anni difficili, di crisi delle coscienze sopite: il signor Pasquero di Canale ed il signor Ramello di S. Damiano d’Asti.

Giovani di sessanta anni fa, hanno ricordato con lucidità e ricchezza di particolari, le loro giornate accampati sulle montagne, braccati, con la propria vita sempre appesa ad un filo.

Il loro racconto è diventato quasi subito un dialogo ed ha saputo trasformare la sala della Biblioteca di Canale in una delle nostre case, quando si incontrano gli amici più cari.

Ed ai molti che in quegli anni non erano ancora nati, quel racconto, dipanato per la maggior parte in piemontese, ha fatto vedere sotto ai propri occhi , come in un film, vie, strade che si percorrono tutti i giorni, case e persone che non sapevi avessero dato e fatto tanto.

Un salto in quel passato recente per vederlo vivo e non solo tra le pagine di un libro di storia.

Si è parlato di uomini, donne coraggiose, come le sorelle Faccenda, di vicini di casa, di momenti di eccezionale importanza narrati con una semplicità estrema.

La storia a portata di mano, a portata di chiacchiera, di incontro e stretta di mano.

Eppure, nonostante la durezza di questi racconti, non sono mancati i momenti di ilarità che hanno strappato i sorrisi del pubblico quando i due protagonisti hanno narrato anche episodi leggeri della vita di quei giorni.

Ma anche il pubblico non è stato da meno e, ad un certo punto, è partito un tiro crociato di domande, anche queste, per la maggior parte in piemontese.

Al termine dell’ incontro, prolungatosi fino a tarda serata, il prof. Bertello, in risposta ad una domanda, ha concluso dicendo che la Resistenza nel Roero non è penetrata a fondo e, come diceva Revelli, “è passata come un temporale estivo”.

Nonostante questo, come hanno ricordato più volte i partigiani Pasquero e Ramello, senza l’aiuto della popolazione roerina, la generosità, il coraggio della gente, mai i partigiani avrebbero potuto portare a termine tante missioni senza moltiplicare ancora di più le perdite.

Bella serata di storia, ricordi, passione e, sicuramente, se è vero che la Resistenza ha bisogno di parole nuove, avrà sempre bisogno di quelle di eterni giovani come Pasquero e Ramello che, con una pennellata di parole, sanno dipingere fatti, momenti, paesaggi che, altrimenti, sarebbero difficili da immaginare per chi non li ha vissuti.

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, venerdì 27 marzo 2009, alle ore 20,45, presso la CASCINA DEL RACCONTO, in Via Bonzanigo, 46 ad Asti.

Titolo della serata: “Ciack si gira: la cittadinanza in un film”, con il dottor Perdetti, responsabile del settore formazione della rassegna Cinemambiente di Torino.

 

Ins. G. Cravanzola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabato,7 Marzo 2009 | Scritto da: didattica

 CITTADINI QUI, ORA E ALTROVE

 

 

La cittadinanza come partecipazione, la cittadinanza come esclusione

 

Angelo Bottiroli

 

San Damiano d’Asti, 6 marzo 2009

 

 

L’argomento di questa serie di incontri è affascinante, oltre che di grande attualità, e può essere esaminato, come credo lo svolgeranno gli altri relatori, da più punti di vista. Per introdurlo, vi propongo qualche riflessione, pregandovi di considerare il mio intervento, appunto, come un’introduzione. Poi, come può capitare quando si legge un libro, al termine si può tornare a rileggere l’introduzione, magari trovandola inadeguata al resto del testo. Spero non sia così.

In questa introduzione, allora, tratterò il tema secondo due prospettive. La prima sarà quella della cittadinanza come partecipazione, la seconda quello della cittadinanza come esclusione. I due approcci sono evidentemente tra di loro in contraddizione, ma è solo evidenziando le contraddizioni e facendole interagire tra loro in modo dialettico che si può trovare una sintesi, come ci hanno insegnato alcuni filosofi del passato. Più recentemente, poi, soprattutto gli studiosi di scienze sociali ci hanno indicato un’altra strada: l’interazione dialogica che, senza comprendere in sé in una sintesi superiore le diverse posizioni, consente di fare dei passi avanti, arricchendo le differenti concezioni del mondo che ogni soggetto, singolo o collettivo, ha elaborato.

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