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Lunedì,27 Aprile 2009 | Scritto da: didattica

   “CITTADINANZA ED ECONOMIA”

 

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Crisi, bioeconomia ed etica sono stati gli argomenti del settimo incontro del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE DELLA DIREZIONE DIDATTICA DI S. DAMIANO D’ASTI che si è svolto venerdì 23 aprile 2009 presso la  CASCINA DEL RACCONTO DI ASTI, in via Bonzanigo.

Di tutto questo e di molto altro ha trattato il professor Roberto Burlando, docente di Economia politica all’Università degli Studi di Torino, autore di numerosi articoli su riviste nazionali e internazionali sui temi dell’economia sperimentale, psicologia economica, etica ed economia, economia gandhiana e solidale.

La serata è partita dalla considerazione che, nell’economia moderna, si possono distinguere due basi diverse, una etica ( che parte addirittura da Aristotele) ed un’altra, per così dire, più tecnica e meno attenta all’ uomo.

Negli ultimi decenni questa seconda visione dell’ economia ha avuto la preminenza rispetto alla prima, impoverendo l’economia stessa di significati e contenuti di senso come le domande: “Come bisogna vivere? Cosa serve davvero per fare una Buona Vita?”.

Le vicende dei mesi scorsi hanno portato alla ribalta i temi economici senza che, spesso, la maggior parte delle persone avesse gli strumenti adeguati per la comprensione delle informazioni che venivano diffuse.

Ciò ha favorito la scelta, anche da parte del mondo politico, di risposte semplici – come l’allontanamento degli immigrati…- a domande e problemi molto complessi.

Le ultime notizie di questi giorni, ad esempio, hanno portato alla ribalta l’ imminente fine della crisi ma possiamo effettivamente pensare che sia così?

A differenza di ciò che viene diffuso dai mezzi di informazione, secondo molti economisti accreditati, la fine della crisi è ben lontano dall’ essere raggiunta e potrebbe portare, come ulteriore esito, ad uno scontro di civiltà per l’appropriazione delle risorse.

Ciò non significa perdere di vista l’importanza dell’ economia ma definire ambiti di funzionamento del mercato, importanti al fine di stabilire delle regole che siano valide per tutti.

Possiamo applicare le regole dell’economia, oltre che ai beni privati, anche su altri beni e servizi per i quali i mercati non funzionano come strumenti?

Ad esempio in relazione all’ amicizia, ai sentimenti, la democrazia… oppure ai diritti umani?

In questi casi le regole di mercato non funzionano.

Se si perdono di vista questi presupposti l’economia non è più funzionale all’ uomo e alle sue esigenze.

Ad esempio la logica delle attività produttive è quella di produrre e mettere sul mercato solo ciò che serve mentre la logica meramente finanziaria ha come unico scopo quella di emettere sul mercato un titolo con l’intento di far aumentare in brevissimo tempo il suo valore, a qualsiasi costo arrivando alla mercificazione di tutto.

Proprio questi presupposti hanno portato alla crisi attuale per giungere alla quale si è arrivati alla mercificazione la vita stessa.

Attualmente il vero pericolo, oltre a quello finanziario, è una possibile deriva che potrebbe portare ad un’ancora maggiore concentrazione delle ricchezze in mano di pochi, cosa incompatibile con le basi stesse della democrazia.

Le scelte politiche possono rideterminare la distribuzione dei redditi nel futuro che come seconda possibilità, però, potrebbe  anche portare a sbocchi autoritaristici, accentratori e a possibili conflitti.

Ma la prima domanda che, anche a livello economico, dovrebbe essere posta è: “COSA CI INTERESSA DELLA VITA?” solo una discussione che porti alla condivisione di basi e culturali e principi può portare ad una nuova economia.

Un’economia che, come diceva Aristotele, parta per l’appunto da una buona etica per definirsi tale, per non cadere nella trappola di essere fine a se stessa ma solo mezzo per il raggiungimento del BEN- ESSERE, ossia di tutto ciò che rende migliore la qualità della vita di un numero sempre maggiore di persone.

Infatti, sempre citando Aristotele, i beni non sono un obiettivo ma solo uno strumento per raggiungere questo stato.

Nonostante un numero ridotto di partecipanti, la relazione del prof. Burlando è stata seguita da un dibattito molto serrato che ha protratto fino a tarda ora l’incontro.

Molteplici sono stati gli interrogativi tra i quali la responsabilità personale, le scelte, la capacità di partecipare attivamente alla vita del Paese, la consapevolezza…

Dubbi, domande e interrogativi suscitati, grazie alla competenza del relatore, intorno ad argomenti ritenuti spesso ostici o poco comprensibili alle persone comuni e che, invece, dovrebbero ricevere maggiori attenzioni da parte di ciascuno.

Una ventosa serata di aprile… economia ed etica: sicuramente parole che non cadranno nel vento.

 

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, venerdì 8 maggio 2009, alle ore 20,45, presso il MUSEO ARTI E MESTIERI DI UN TEMPO DI CISTERNA D’ASTI, CASTELLO DI CISTERNA D’ASTI, PIAZZA HOPE.

Titolo della serata sarà: CON-VIVENZA E PROCESSI CO-OPERATIVI. EDUCARE ALLA CONVIVENZA O CONVIVERE L’EDUCAZIONE?che vedrà come relatore il Prof. Walter Fornasa dell’ Università di Bergamo.

 

G. Cravanzola

 

 

 

Lunedì,20 Aprile 2009 | Scritto da: didattica

“LA RESISTENZA NEL NORD OVEST: COME COMUNICARLA OGGI”

 

Prof. Alessandro Zannella

(Preside Istituto Leonardo da Vinci di Alba – Cn)

 

 

 

 

Appuntamento nuovamente molto partecipato il sesto incontro del POLO CITTATTIVA PER L’ASTIGIANO E L’ALBESE DELLA DIREZIONE DIDATTICA DI S. DAMIANO D’ASTI che si è svolto venerdì 17 aprile 2009 presso la BIBLIOTECA COMUNALE di Canale, organizzato dal Gruppo di supporto all’ Associazione partigiana “ Tonio Ferrero” di Canale d’Alba dal Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti.

Tema della serata: “LA RESISTENZA NEL NORD OVEST: COME COMUNICARLA OGGI” che ha visto come relatore il Prof. Alessandro Zannella, preside Istituto Leonardo da Vinci di Alba – Cn.

Punto di partenza è stata la riflessione che per tramandare la resistenza occorre innanzitutto essere consapevoli dei modi con le quali le diverse generazioni vivono e leggono il mondo. Un’analisi più approfondita permette di suddividere le diverse generazioni che si sono avvicendate dopo la fine della guerra: quella dei nati negli anni ’50,  negli anni ‘70/’80 per arrivare alle ultime generazioni.

La prima ha potuto fruire dei racconti di prima mano dei padri, degli zii… che spesso hanno vissuto in prima persona le vicende partigiane mentre le altre, con i passare del tempo, hanno conosciuto, nel migliore dei casi, i racconti tramite altre fonti meno dirette e, ovviamente, meno forti per quanto riguarda l’impatto emotivo.

Questa consapevolezza deve essere legata a quella che i giovani sono inseriti in situazioni di vissuto personale e storico molto diverse tra loro.

In passato, chi aveva vissuto in prima persona periodi bellici aveva avuto meno difficoltà a comunicare le proprie esperienze dovuto alla minor velocità con la quale si modificava il modo di esprimersi tra le varie generazioni.

Al contrario oggi ciò avviene a ritmi impressionanti.

Avvicinare i giovani a queste tematiche pretendendo che le comprendano unicamente perché tappe fondamentali della nostra storia, rischia di svilirle rendendole incomprensibili e relegate solo alle pagine dei libri di storia.

Come fare, allora?

Questo è l’interrogativo che si è posto ed ha posto il professor Zannella.

Partendo dalla traduzione di quel mondo e di quel periodo, esattamente come si fa utilizzando delle lingue diverse.

Questo, forse, è l’unico modo per far sì che della Resistenza si parli ancora anche in futuro, spostando in primo luogo l’attenzione dai fatti generali alle scelte personali, ai momenti di crisi – interna ed esterna – che hanno portato tanti giovani di allora a fare delle scelte difficili, sofferte ma anche consapevoli.

E proprio la metafora della scelta, del dubbio, del bivio… può essere una figura che può avvicinare anche i giovani di oggi e quelli di domani perché tutti, prima o poi, ci troviamo di fronte a delle scelte.

Il paragone con il passato attraverso dei percorsi di ricerca autentica, possono portare i giovani ad effettuare scelte critiche, appunto, di cittadinanza attiva.

Riflessioni queste che, se rivissute da questa nuova ottica, rivestono i fatti del passato di una luce sempre nuova e mettono in chiaro quelle figure di giovani di allora che diventano di nuovo attuali.

Quale scelta?

Decidere da che parte stare e cosa fare, spesso senza avere ben chiaro come le cose potrebbero andare a finire ma motivati unicamente da una spinta interiore che sollecita prendere una posizione.

Allora i fatti dei libri riescono a diventare metafore vive anche della propria esistenza che permettono – e permetteranno - di capire come, partendo dal vuoto – da qualsiasi vuoto – la propria vita può prendere un indirizzo di senso che la modifica per sempre.

Il rischio, altrimenti, è quello di allontanare proprio coloro che si intende avvicinare a tematiche così importanti.

La tematica interessante ha avuto come esito finale un dibattito che ha coinvolto il pubblico in particolar modo alcuni ragazzi presenti che, con domande finalizzate e ben poste, hanno saputo animare e sollecitare nuovi interrogativi e argomenti di discussione.

Proprio la loro presenza, quella di cittadini che si trovavano a dibattere su tematiche importanti, di un certo spessore culturale al termine di una faticosa settimana di lavoro, fa ben sperare sul fatto che già qui e oggi ci siano persone, momenti e luoghi di incontro dove sia ancora possibile tenere vivo molto più che un ricordo per le generazioni che verranno.

 

Prossimo incontro del POLO CITTATTIVA, giovedì 23 aprile 2009, alle ore 20,45, presso la CASCINA DEL RACCONTO, in Via Bonzanigo, 46 ad Asti.

Titolo della serata sarà: “ CITTADINANZA ED ECONOMIA” che vedrà come relatore il Prof. Roberto Burlando dell’ Università di Torino.

  

G. Cravanzola