Martedì, 17 Novembre 2015 | Scritto da: didattica

REGISTRAZIONE DELL’INCONTRO:  http://www.scuolealmuseo.it/registrazioni/olgaelealtre.mp3

Esistono personaggi di cui purtroppo si è perso il ricordo. Scompaiono dalla scena senza lasciare traccia. Tuttavia, può anche capitare che, per una serie di eventi, le loro storie riemergano all’improvviso dall’oblio allora diventa impossibile scordarle. Questa volta, però, il caso c’entra solo in parte perché gli artefici di questa riscoperta sono stati l’Israt e la dott.ssa Roberta Favrin (giornalista e, attualmente, responsabile de Settore Comunicazione per la Miroglio Tessile). Tutto comincia all’ inizio degli anni ’90 quando quest’ultima, partendo dalla consultazione dei materiali presenti presso l’Istituto, compie una ricerca sulle donne e la Resistenza. Tra le altre, intervista anche la protagonista della nostra storia: Olga Idrame. Così, proprio grazie alla documentazione raccolta, sabato 28 novembre 2015, in occasione della Giornata contro la Violenza sulle donne, presso il Comune di S. Damiano d’Asti, si è tenuto l’incontro dal titolo “Olga e le altre…” che ha visto come relatrice la dott.ssa Nicoletta Fasano (ricercatrice presso l’Israt di Asti). L’iniziativa è stata promossa dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – I. C. di San Damiano d’Asti, all’ interno del calendario degli incontri “RECUPERI –AMO – PARTE TERZA” , in collaborazione con la Fondazione Crasti, l’Israt, il Comune di S. Damiano d’Asti, il Museo e il Comune di Cisterna d’Asti. Erano presenti i componenti della famiglia Idrame di S. Damiano e della famiglia Maggiora di Castello d’Annone (parenti di Olga Idrame e del marito). Il pomeriggio è stato introdotto da Giorgio Gilardetti, vicesindaco di S. Damiano d’Asti che ha portato i saluti degli organizzatori. Subito dopo, ha preso la parola l’altra persona senza la quale questa iniziativa non sarebbe stata possibile: la dott.ssa Fasano. Quest’ultima, durante l’incontro con la dott.ssa M. T. Milano “SALVATORI E SALVATI IN PIEMONTE. LE STORIE DI CHI SALVÒ GLI EBREI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE IN PIEMONTE E IN VALLE D’AOSTA” - organizzato dal Polo Cittattiva il 25 marzo 2015 - aveva citato proprio Olga Idrame: era ormai indispensabile conoscere meglio quella storia. Purtroppo, come ha ricordato la dott.ssa Fasano, la Resistenza per le donne italiane fu spesso una storia di silenzi ed invisibilità. Numerose, infatti, furono quelle che parteciparono alla lotta di liberazione, arrivando a sopportare la detenzione, la deportazione, la tortura ed anche la morte. Si contano circa 35 000 partigiane italiane ma la cifra è ampiamente sottodimensionata in quanto il riconoscimento veniva effettuato soltanto con requisiti di tipo militare come la militanza in un gruppo per almeno tre mesi, la partecipazione ad almeno tre combattimenti, il ferimento… Tutto ciò penalizzò fortemente le militanti e la maggior parte di loro non ebbe alcun tipo di riconoscimento preferendo, in molti casi, il silenzio all’etichetta di donna o ragazza di facili costumi. Per questo motivo, rimangono solo racconti di vita anche se molte preferirono anche evitare di lasciare una testimonianza. Il contesto in cui si svolge la vicenda di Olga Idrame, però, non è solo quello della guerra. C’è anche la vita in una fabbrica: la Facis. Quest’ultima, intorno agli anni del primo conflitto mondiale, venne fondata a S. Damiano d’Asti dalla ditta “Donato Levi & figli” per poi fondersi, negli anni ’20, con le proprietà della famiglia Rivetti e prendere il nome di Facis. Un capitolo a parte, dovrebbe essere dedicato proprio alla famiglia di Donato Levi il cui figlio Isaia, oltre a diventare senatore del Regno, acquisì e fondò diverse ditte che si occupavano delle più svariate attività: stoffe, gomma, cinema… produzione di stilografiche (la famosissima “Aurora”). Negli anni del primo conflitto mondiale, la ditta produce le divise militari per poi, prima in Italia, specializzarsi negli abiti su misura. Olga Idrame, classe 1924, nasce da una famiglia modesta, come quella di molte altre del tempo. A soli dieci anni, in nero, viene assunta come lavorante presso la Facis ma, considerata la sua facilità ad apprendere e la sua intraprendenza, viene destinata ben presto a compiti di responsabilità come quello delle spedizioni. Il lavoro è duro e la paga è scarsa. Olga si rende conto ben presto che le operaie vengono sfruttate e non si fa sfuggire l’occasione, durante una riunione in Comune con le sole maestranze, di denunciare che le lavoranti sono costrette a pagare di tasca propria anche il filo o gli aghi che si rompono. Passano gli anni e l’Italia entra in guerra. Intanto, per un breve periodo, Olga lavora alla Martini dove entra a contatto con altri operai. Al suo ritorno in paese, incontra l’esiliato politico polacco Oleg Rosenkrantz (partigiano “Olek”) che la inizia alla militanza politica. Olga vuole conoscere, fa domande, cerca risposte. Non si accontenta di vivere ubbidendo come fanno in tanti. In breve si convince dell’importanza del sostegno ai partigiani e convince anche le altre ragazze della fabbrica. Si guadagna anche il sostegno di molte famiglie del paese che l’aiutano a nascondere armi, documenti… materiali che potrebbero costarle la vita. Arrivano ad arrestare tutte le ragazze che si chiamano Olga nel tentativo di fermarla. Rocambolescamente, riesce a spuntarla più volte durante le retate che vengono effettuate anche in fabbrica. Infatti, nel 1943, si iscrive al Partito Comunista e inizia la collaborazione con la 45° Brigata “Garemi”. Ha due nomi di battaglia: Neva - come la figlia di Oleg - anche un ma anche Paola. Intanto crea un nucleo dei “Gruppi di difesa della donna” di S. Damiano e prende la direzione delle donne comuniste. Non solo, entra a far parte del CLN del paese e, come pochissime altre donne del tempo, assume vere e proprie responsabilità politiche. Olga ha il diritto di parola durante le riunioni e il suo ruolo non è solo quello della staffetta. Nel ’44, dopo un rastrellamento, riesce a spostarsi a Scurzolengo dove rimane fino al termine del conflitto continuando la sua militanza nelle file partigiane. Dopo la Liberazione, altro caso emblematico, viene riconosciuta come partigiana a partire dal 1 gennaio 1944. Intanto, dal ’46 fino all’inizio degli anni ’50, assume cariche sempre più importanti nel Partito Comunista, arrivando ad essere Delegata Nazionale al Convegno del Partito Comunista del 1949.

Intanto si sposa con Onorato Maggiora. Dall’ inizio degli anni ’50, le sue tracce scompaiono, o così appare, dagli archivi storici. Muore nel 2004 e viene sepolta a Castello d’Annone.

Olga Idrame è stata una donna eccezionale, per troppo tempo dimenticata. Grazie al lavoro dell’ Israt e a quello di Nicoletta Fasano e di Roberta Favrin, la sua storia è stata, almeno in parte, conosciuta. Ma, come ha sottolineato la dott.ssa Fasano, questo non può che essere l’inizio di un lavoro di riscoperta di questa figura ma anche della storia di un’azienda come la Facis che, per novantanni, è stata motore di un paese come S. Damiano. Per questo motivo, il Polo Cittattiva e l’Israt hanno proposto al Comune di S. Damiano un primo appuntamento, che si terrà probabilmente a marzo, per parlare ancora delle operaie e di questa grande ditta.

In ogni caso, si invitano le persone che avessero delle notizie (o foto) di Olga Idrame (ma anche della Facis – ex Lidias – dal 1915 al 1950) a contattare l’ins. Giovanna Cravanzola presso la Scuola Primaria di Cisterna d’Asti (tel: 0141/979476).

“… io miravo che la gente stesse meglio, che non continuasse a lavorare e ad essere sfruttata com’era, perché c’era qualcosa che non funzionava …” (Olga Idrame)

Materiali:

http://www.israt.it/ebooks_download/ATCO000001.pdf

http://www.casamemoriavinchio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=27&Itemid=145;

Giovanna Cravanzola

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