Lunedì, 27 Febbraio 2012 | Scritto da: didattica

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- INTERVENTO Mario Renosio

- INTERVENTO John Meddemmen

- INTERVENTO Giulia Carpignano

- INTERVENTO Aldo Agnelli

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INVENZIONE E REALTA’ NELL’UR PARTIGIANO JOHNNY DI FENOGLIO

“BUON COMPLEANNO FENOGLIO – UN FENOGLIO ALLA BATTAGLIA DI CISTERNA”

10^ INCONTRO PER IL POLO CITTATTIVA ASTIGIANO E ALBESE

“Auguri Beppe: novant’anni e non dimostrarli” considerando la ricca partecipazione, anche questo avrebbe potuto essere il titolo del convegno dedicato a Fenoglio sabato 10 marzo 2012 al Castello di Cisterna d’Asti. Infatti non è facile, specialmente in uno dei primi sabati ormai primaverili, raccogliere così tante persone per un evento di tipo culturale ma, in quest’occasione, i fatti hanno superato le più rosee previsioni.

L’incontro è stato organizzato dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese in collaborazione con il Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti,  l’Associazione Culturale Franco Casetta, il Centro di Documentazione “B. Fenoglio”, la Fondazione Ferrero di Alba, l’Associazione Centro Studi “Beppe Fenoglio”, l’Associazione Franco Casetta di Canale d’Alba e l’Israt ed ha visto la partecipazione di numerosi relatori e l’inaugurazione fotografica di Aldo Agnelli, amico e fotografo ufficiale di Beppe Fenoglio. Dopo i saluti iniziali, ha preso la parola il moderatore del Convegno, prof. Giulio Parusso – Direttore dell’ Associazione Centro Studi Beppe Fenoglio - che ha introdotto i relatori e gli argomenti della giornata. Il dottor Mario Renosio dell’ Israt ha contestualizzato storicamente gli eventi relativi alla Battaglia di Cisterna e di S. Stefano Roero tratteggiandone gli aspetti più salienti e rileggendo –  in una luce molto più oggettiva – i dati raccolti dai protagonisti sulla vicenda. Rastrellamenti, imboscate, spari e non solo… questo doveva essere l’ambiente – proprio in questi stessi giorni – di quegli anni. Case bruciate, vite tranquille distrutte nella quiete della campagna e, ancora oggi, interrogando i testimoni diretti è ancora possibile rivedere questa storia nei loro occhi. Ma, come ha sottolineato il dottor Renosio, l’importanza storica di questa battaglia è stata soprattutto nell’ aver creato la consapevolezza che, ormai, un periodo storico era giunto al termine e che stava sorgendo l’alba di una nuova epoca in un mondo che sembrava giunto al capolinea. In questo paesaggio storico è possibile inquadrare la figura del Maggiore Hope che Fenoglio inserisce come personaggio all’interno delle sue opere e che, probabilmente, ha conosciuto direttamente. Di questa figura singolare ha parlato il prof. John Meddemmen – docente di storia della lingua inglese presso l’ Università di Pavia. Il Maggiore Hope che è stato delineato, è un uomo molto curioso, che lotta strenuamente per imparare la lingua italiana e che, a causa di un banale incidente, perde la vita in quello che oggi è il Salone della Scuola dell’ Infanzia Statale di Cisterna d’Asti. Un uomo particolare che, dopo essere passato indenne attraverso due guerre, termina la sua esistenza per una disgrazia a pochi giorni dalla fine del conflitto. Il prof. Meddemen ha parlato anche del suo carteggio con il figlio del maggiore che desiderava approfondire la conoscenza dei luoghi che videro la morte del padre, anche attraverso la lettura delle opere di Fenoglio che lo riguardavano in parte.

Giulia Carpignano, studiosa e ricercatrice, ha invece sottolineato i punti di contatto e di scollamento tra la realtà storica e gli scritti di Fenoglio. Per compredere questi rapporti – nei quali è inserito anche il paese di Cisterna d’Asti – è importante conoscere la vicenda umana di Fenoglio. Partigiano della prima ora, era un guerrigliero senza mezzi, senza armi e organizzazione. Si era unito inizialmente anche a brigate di ispirazione comunista, pur sentendosi monarchico. Successivamente, dopo un tragico evento, comprense che questo non era il percorso che cercava ed entrò in un’altra divisione. Da allora in poi venne utilizzato per i collegamenti con le missioni alleate con l’incarico anche di fare il traduttore. Era un partigiano speciale, conoscitore della lingua e della cultura inglese e ciò gli è molto utile in questa seconda esperienza partigiana. Sicuramente fu un partigiano che dimostrò la sua presenza anche presidiando un territorio. Ma in nessun documento si parla della sua presenza alla Battaglia di Cisterna. Invece, negli ultimi anni si sono moltiplicate le testimonianze della sua presenza nel Monferrato. Ma probabilmente conobbe Hope e fu legato a lui da stima ed affetto tanto che qualche mese dopo la fine della guerra – come testimonia il suo amico Aldo Agnelli – ritornò a Cisterna. Comunque nei suoi testi rimangono molti punti di distacco dalla realtà storica. In ogni caso il connubio tra storia  finzione consapevolmente rielaborata in chiave letteraria, nulla toglie al valore della sua opera dove la compattazione degli eventi racconta il modo in cui Fenoglio ha voluto raccontare le sue emozioni attraverso la storia; in modo particolare quanto questa esperienza abbia ampliato i suoi orizzonti, il suo modo di essere un “partigiano planetario” e di vedere la guerra.

Al termine dell’intervento, il dott. Borra del Centro di Documentazione”B. Fenoglio” ha inaugurato la mostra fotografica “Fenoglio/Agnelli:14 scatti” alla presenza dell’autore. La mostra rispetta il formato e l’inquadratura originale ed è singolare proprio per questo. Aldo Agnelli amico dell’adolescenza di Fenoglio che con lui ha condiviso, oltre che i suoi pensieri, anche le lunghe passeggiate nelle Langhe, ha regalato ai presenti i momenti più emozionanti della giornata. “Volevo che un giorno chi le vedeva potesse capire come vedevo io questo amico. Abbiamo trascorso una vita insieme. Io usavo le foto e lui la parola… Beppe amava ascoltare la gente ma faceva poche domande. Con il mio mestiere facevo da tramite perché tutti mi conoscevano ed io potevo prendere amicizia e contatti… perché il langhetto non ama parlare delle sue cose ma con me si aprivano. Oggi provo profonda gioia perché sono servito a qualcuno. Beppe è conosciuto per i suoi scritti. All inizio non lo capivano, solo dopo hanno riconosciuto la sua grandezza. E questo mi rattrista perché se n’è andato senza godere della sua fatica… tanto lavoro! Incontrare persone che si interessano di quell’epoca, di Fenoglio per me è una grande gioia e motivo di commozione”.

Luca Anibaldi, autore con Paolo Ciaberta del bel libro “Tradizione rivoluzionaria.Non fate delle barriques ma delle barricate” - in cui un capitolo è proprio dedicata al fotografo -  gli ha domandato dove oggi vorrebbe fotografare il suo amico Beppe. Ecco la risposta di Agnelli: “Dopo la sua morte per un lungo momento non salivo più sulle colline senza di lui. Però ci si abitua anche questi dolori. No, dovevo andare, ritornare, ricordare! Ci sono riuscito ed ho ripetuto le fotografie nello stesso punto in cui le avevo fatte con lui. Ero felice di avercela fatta. Sto ora provando con Borra a mettere tutto insieme per raccontare il mio viaggio con Fenoglio ma anche i luoghi fenogliani. Vorrei che capissero il mio dramma perché non è facile ripetere questi momenti per me”.

Buon compleanno Beppe Fenoglio. Grazie Aldo Agnelli. Per chi vi ha conosciuto tramite le pagine dei libri, è stato come incontrare due vecchi amici a metà di un sentiero che conduce alla cima di una collina.

Giovanna Cravanzola

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