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Sabato,20 Febbraio 2010 | Scritto da: magliano

Quest’anno abbiamo veramente aperto le porte della scuola materna ai nonni, invitandoli a raccontarci “pezzi” della loro vita e storie meravigliose che hanno popolato la loro infanzia maglianese. Vi lasciamo questa carrellata di racconti che hanno proprio incantato i bambini e vi diamo già un secondo appuntamento con i nonni di Magliano, per raccontarci “cosa facevano da bambini”…

AVVERTENZE ALLA LETTURA: il piemontese trascritto non è propriamente corretto, ci scusiamo in anticipo per le eventuali imprecisioni…

 

  

STORIA DEL CANE MALACO’

 

“Quando eravamo piccoli la sera non c’era la tv e ci radunavamo nella stalla perché era il posto più caldo della casa, con gli animali. Ci sedevamo sulla paglia  e venivano tutti gli abitanti della borgata, eravamo 9 o 10 ragazzini. Si faceva la “vià”, cioè ci si andava a trovare…

Beh, mio nonno Giuvanin abitava in una casetta e aveva un cane molto intelligente che si chiamava Malacò: gli mancava solo la parola!

Mio nonno aveva un terreno che fruttificava poco, era povero, ci andava lì con un carretto e  ci saliva sopra anche Malacò. Lì ci coltivavano la canapa. D’inverno alle quattro e mezza tornavano dalla campagna perché era già buio, non c’era la luce elettrica e si filava la canapa alla luce del lume a petrolio.

Malacò era un cane nero con un occhio nero, aveva 10 anni, era grosso, pesava 60 chili e lo tosavano d’estate perché aveva il pelo lungo.

Una domenica c’era solo la polenta per pranzo senza companatico.

-Eh beh, fuma finta ca sia vigilia… Duman et va mal anche a ti Malacò, iè mac dla pulenta!-

Alla messa della domenica c’era il parroco Don Mollo. Malacò aspetta che la gente è in chiesa che entrino tutti. Dove c’è il giornalaio adesso, dove c’è Franca che vende i giornali, c’era un signore che si chiamava Aristide che vendeva i salami e la domenica mattina metteva fuori le salsicce. Malacò prende la salsiccia, se la mette come una collana e… via! Aristide vede sto cane con la salsiccia, prende il tridente e si mette ad urlare: - An rubame la sausisa!-

Urlava talmente forte che il parroco in chiesa, durante la predica dice: - Che succede fuori, c’è Aristide che grida!- e sospende la messa!

- Chi è che ta rubate la sausisa?-

- En can, mai vist en can gros parei!!-

Malacò intanto si era nascosto, poi lo trovano e nonno Giuvanin dice: - Malacò, va bè che uma en mac la pulenta ma iè nen insegnote andè rubè!

Il cane piangeva, aveva capito la lezione. Nonno Giuvanin non dà più indietro la salsiccia perché ormai era sporca ma il giorno dopo si va a scusare e anche se povero va a pagarla.”

 

ALCUNE RIFLESSIONI-DOMANDE DEI BIMBI…

 

M.Chiara: il cane voleva essere gentile…

Martina: ma il cane non poteva andare in banca e prendere i soldi?

 

 

STORIE DI MASCHE

 

“Sapete chi sono le masche? No!?

Allora vi racconto delle storie…

 

1) C’era una pecora grossa, era il capo branco, si chiamava CIOTALINA. Le pecore erano in un prato, che non era il loro prato ma in quello del vicino. Il padrone del prato le vede e le sgrida per farle andar via. Le pecore si mettono a rincorrerlo. Lui aveva paura delle cornate! Riesce a entrare in casa e a chiudere la porta col bastone. Con le corna gli rovinano tutta la porta! Dopo un po’ più niente…allora lui toglie il bastone alla porta e invece dei segni delle cornate, c’erano segni di due mani sulla porta! Era una masca (una donna strega un po’ burlona che si era trasformata in una pecora).

2) Tre “matote” (signorine) di S. Giuseppe venivano a S. Maurizio, alla festa del paese a Magliano. C’era anche il ballo a palchetto. Era buio e quando arrivano vicino al cimitero, vedono dei cani che abbaiano. Loro si mettono a correre, mentre un cane le insegue e dice: - Cate chi ai sun!”

Arrivano poi dal muretto, si siedono, piangendo, mentre dei giovanotti chiedono loro cosa è successo…ma i cani erano spariti! Nessuno ci credeva! Così tornano a casa e non vanno più a ballare!

3) Di notte un carro coi buoi doveva andare a caricare della ghiaia in un campo in salita vicino alla Statale. Ad un certo punto si ferma e non si muove più! Sta fermo fino al mattino, allo spuntare del sole i buoi ripartono come per magìa. Gli uomini erano proprio arrabbiati! Era una masca invisibile che loro non vedevano ma i buoi sì!

4)Oltre alle masche burlone c’erano anche masche cattive come quella che si trasformava in albero ed impediva il passaggio dei buoi sulla strada di sera. I padroni dei buoi allora tagliavano un ramo all’albero, così passavano. Il giorno dopo in paese si vedeva una donna senza un braccio che camminava per il paese…

 

 

Lunedì,4 Maggio 2009 | Scritto da: canale

 

Caterina e Giuseppe erano due contadini

che vivevano in una cascina vicino al bosco.

 

 

 

 

 Un giorno Caterina decide di fare una torta di fragoline di  bosco e chiede al marito :

“Vai nel bosco a raccogliere un cestino di fragoline. Lo sai che sono i miei frutti preferiti. Mi raccomando però non mangiarli tutti prima di arrivare a casa!”

“Andrò più tardi prima devo dare da mangiare alle bestie nella stalla”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe finisce di fare i suoi lavori  poi si incammina nel bosco. E’ quasi buio ma  lui non ha paura perché non crede alle storie di masche che si raccontano. 

 

 Cammina cammina arriva al grosso cespuglio dove ci sono le fragoline di bosco . Comincia a raccoglierne e,di tanto in tanto, ne mangia una. Ad un tratto appare una piccola lepre che lo osserva attentamente.  A Giuseppe sembra strano che l’animaletto stia lì fermo, ma non ci fa troppo caso e continua a raccogliere e a  mangiare i frutti. 

 Improvvisamente sente una vocina che dice:“ Se continui a mangiare le fragoline non te ne resteranno più nel cestino!”  Giuseppe ,spaventato, si volta per  vedere chi è che ha parlato, ma non vede nessuno. Si volta a destra a sinistra , ma niente, nel bosco c’è solo … la lepre. Comincia ad osservare bene l’animaletto e pensa:

“Non può essere la lepre che ha parlato. Gli animali non parlano. E io non credo alle masche. Avrò bevuto troppo vino a pranzo e ora sento anche le voci”. 

 

 

Decide però di tornare a casa, visto che ormai è quasi notte e nel cestino, secondo lui ,ci sono già tante fragoline. I frutti  sono così buoni che Giuseppe continua a mangiarne.

“ Smettila di mangiare le fragoline!!!!”.

A questo punto l’uomo, lascia il cestino e corre verso casa.

La moglie lo vede arrivare sconvolto, spaventato e…senza le fragoline . Gli chiede cosa è successo e lui le racconta la storia. 

“Sarà stata una masca, tu non ci credi, ma esistono” dice Caterina

“Ma figurati, io non credo a queste storie, avrò bevuto  troppo vino a pranzo!…Per dimostrarti che le masche non esistono domani tornerò nel bosco a prendere il cestino con le fragoline e scoprirò chi mi ha fatto spaventare con quello scherzo sciocco!”

 

 L’indomani  Giuseppe va di nuovo nel bosco e, senza dire niente a nessuno,  porta con sé una trappola per catturare la lepre. Arriva vicino al cespuglio e sistema la trappola, poi comincia a raccogliere e… a mangiare le fragoline.

 

 

 

“ Ti ho già detto ieri che non devi mangiare tutte le fragoline, altrimenti non te ne resteranno  più da portare a casa!”

Nel sentire queste parole Giuseppe si gira e  vede di nuovo la lepre.

 “ Sentimi bene io non so chi è che parla e ieri mi hai fatto spaventare un po’. Però io non credo alle masche quindi  chi mi sta facendo lo scherzo venga fuori… se no….” 

“ Nessuno ti sta facendo uno scherzo sono proprio io che parlo, ho sempre la vocina diversa ma sono sempre io!”

“Non è possibile” 

“Si, che è possibile!!!”  

Giuseppe cerca di avvicinarsi alla lepre per afferrarla ma lei fa un salto e…finisce nella trappola. L’uomo è convinto di averla catturata perchè la lepre  ha la zampa destra  ferita ma quando  sta per prenderla….  puf….. l’animale sparisce.

“ Oh! Ma dove è finita, era qui. Aveva anche la  zampina destra ferita….dove può essere andata…. Eppure oggi non ho bevuto vino …..forse è meglio che vada a casa, le fragoline le raccoglierò un’ altra volta.”

 Giuseppe esce dal bosco a  passo veloce pensando e ripensando all’accaduto. 

“ Come faccio a dire a Caterina che non le ho di nuovo raccolto le fragoline, a lei piacciono tanto e si lamenta sempre che le mangio tutte io……”

Con questi pensieri apre la porta di casa e……….. vede sua moglie che……….. si sta medicando una ferita alla gamba destra!!!!!!!

 

 

Il raccontino è stato inventato dai bambini della classe 2^C dell’Istituto Comprensivo di Canale, dopo aver ascoltato alcune storie , legate alla tradizione popolare, che la signora Antonina Galvagno è venuta a narrarci. Il brano  è stato poi tradotto in lingua piemontese da Corrado Quadro e ogni alunno ne ha imparato a memoria una parte. Il lavoro svolto ha portato alla realizzazione di un libro e di un breve filmato.

Sezione: Museo Vezza, Scuole Canale  Parole chiave:  Scrivi un commento