Lunedì, 4 Giugno 2012 | Scritto da: cisterna

Durante quest’anno scolastico abbiamo svolto molti progetti tra cui uno riguardante la natura e gli animali: il progetto “adotta un gelso”.

Attraverso informazioni da internet e interviste sull’argomento agli anziani del paese in cui abitiamo, abbiamo potuto conoscere le caratteristiche della pianta del gelso e degli animali che vivono al suo interno, in modo più approfondito.

Il gelso in antichità veniva chiamato Morus Celso e ne esistono di due tipi il Morus Alba (Gelso bianco) eMorus Nigra (Gelso nero). Il gelso bianco e il gelso nero sono simili. Possono raggiungere un altezza massima di 10m. I bachi da seta sono ghiotti delle loro foglie. I gelsi sono stati diffusissimi per molto tempo proprio grazie al baco, ma poi durante la metà del ‘900 il gelso scomparì piano piano insieme ai bachi. La differenza fra questi due alberi sta nel colore dei frutti: il Gelso bianco, come dice la parola produce dei frutti bianchi molto dolci usati anche come dolcificante; invece il Gelso nero dà dei frutti nero-violacei più saporiti.

Era molto diffusa in Cina perchè le foglie venivano usate per allevare il baco da seta. In Italia, invece, il gelso è stato introdotto nel XV secolo e presso i romani è conosciuto con il soprannome di “albero dalla chioma d’oro” perchè serviva per allevare i bachi che producevano l’”oro vegetale” (la seta). Oltre che per allevare i bachi da seta il gelso veniva anche usato per separare il confine dei campi. Anche il frutto del gelso veniva usato per le marmellate, mentre la corteccia veniva usata per fare la carta. Inoltre abbiamo trovato delle informazioni sul baco da seta: ha una vita media di un mese. Dopo un periodo di crescita si chiude nel bozzolo per poi trasformarsi in farfalla e deporre le uova.

Intervistando invece gli anziani del paese che hanno vissuto in prima persona le esperienze dell’allevamento del baco da seta, abbiamo imparato come si allevavano nelle piccole famiglie.  Solitamente ogni famiglia comprava circa dodici bachi già schiusi, li metteva poi su dei telai in legno con un letto di foglie di gelso che cambiavano ogni giorno. Venivano puliti due o tre volte alla settimana e poi messi su delle graticole dove si appendevano per fare il bozzolo. Quando i bozzoli sono formati le famiglie li raccoglievano e li andavano a vendere al mercato della foglia a San Damiano. Alcune famiglie a volte tenevano alcuni bozzoli, li facevano bollire per uccidere i bachi in modo che non rompessero il filo. Dopo li filavano e poi li usavano per fare maglie e calzoni. A volte i bachi si ammalavano del “marin” e quindi morivano prima di poter fare il bozzolo. Se si dimenticava di raccogliere dei bachi questi bucavano il bozzolo e usciva la farfalla che poi faceva le uova.

Tutte queste informazioni che abbiamo imparato durante l’anno le abbiamo scritte nel copione di un piccolo spettacolo che è stato presentato in occasione della festa di fine anno scolastico: “Conclud-End”.

Gelso bianco                                                                         Gelso nero

Scuola secondaria di I grado di Govone Classe II A

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